Mangiare alcuni alimenti piuttosto che altri non aiuta solo a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore, ma anche a migliorare l’effetto delle terapie. Ciò che mangiamo, associato a corretti stili di vita, alla giusta comunicazione col medico e al supporto psicologico, aiuta ad affrontare meglio la sfida contro il cancro. A fare il punto, l’incontro “Alimentazione ed effetti collaterali nelle pazienti affette da tumore“, svoltosi presso l’Istituto Tumori Regina Elena, nell’ambito della Settimana dedicata alla Salute della Donna. In particolare ci si è focalizzati su quanto sia importante “l’alimentazione come terapia complementare, ovvero come supporto a chemio e radioterapia“, spiega Alessandra Fabi, oncologa del Regina Elena, “perche’ quello che mangiamo modifica i batteri della flora intestinale e questi organismi a loro volta hanno una funzione pro o anti cancerogenica. Per questo l’oncologo deve indirizzare il paziente verso uno specialista o una struttura di riferimento, non basta un nutrizionista generico“.
La nutrizione in oncologia non si basa sul conto delle calorie, spiega l’oncologo Massimo Bonucci, presidente dell’Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate (Artoi), “quanto sugli elementi presenti in ogni alimento, poiche’ alcuni vanno a stimolare i fattori di crescita, che sono anche fattori infiammatori, come il Gf-One. Per questo i pazienti non dovrebbero mangiare alimenti come latte e latticini, carne, farine raffinate e zuccheri“. E’ poi fondamentale cercare una comunicazione con il proprio oncologo, spiega ancora Fabi, “che deve sapere cosa il paziente assume, come si comporta, quali effetti collaterali presenta. Strumenti come la medicina narrativa possono aiutare a ridurre le distanze”.