“Le donne italiane non hanno le idee chiare sulla contraccezione d’emergenza“, un “piano B” a disposizione in caso di rapporto non adeguatamente protetto per scongiurare il rischio di una gravidanza indesiderata e dunque di una sua eventuale interruzione”. A scattare la più recente fotografia sulla conoscenza della contraccezione d’emergenza in Italia è Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna, attraverso un’indagine, condotta da Elma Research, su un campione di 757 donne tra i 15 e i 45 anni.
La ricerca ha analizzato in particolare la conoscenza di questa “contraccezione del dopo”, il vissuto e le modalità di accesso. I dati rivelano che le italiane hanno una vita sessuale attiva, il 63% delle intervistate ha dichiarato di avere rapporti sessuali regolari, e sono attente alla salute ginecologica: il 48% si è sottoposta ad una visita meno di 1 anno fa e il 24% fra 1 e 3 anni fa.
Le donne si mostrano in generale consapevoli rispetto all’esistenza della contraccezione d’emergenza (87%), anche se si segnala un gap tra le 2 diverse opzioni: la conoscenza della tradizionale “pillola del giorno dopo” è consolidata in tutto il campione, mentre un buon 20% non ne ha mai sentito parlare. La conoscenza passa principalmente attraverso canali non scientifici, come i media e il passaparola tra amici e conoscenti che emergono come principali fonti di informazione, indicati rispettivamente dal 71% e dal 65% delle donne.
Anche in questo caso il trend dell’uso di “Dottor Google” è rispettato, con 6 donne su 10 che citano internet come canale informativo, indicato addirittura dall’80% delle intervistate del centro-sud. Importante è il ruolo della comunicazione in ambito scolastico secondo una donna su 4.
Dall’indagine emerge che, anche se le donne sanno che esiste questa “contraccezione del dopo”, hanno un’informazione piuttosto sommaria e superficiale sulla modalità di azione: il 70%, infatti, non sa che, per impedire di avviare una gravidanza indesiderata, la pillola agisce ritardando o bloccando l’ovulazione, non avendo quindi effetti abortivi.
Le donne inoltre non hanno chiaro il corretto tempo di assunzione: solo la metà delle intervistate sa che dalla tempestività di assunzione dipende l’efficacia del farmaco, da assumere quindi il prima possibile, e meno di 1 donna su 10 è a conoscenza che la “pillola dei cinque giorni dopo” è quella che garantisce maggiore efficacia. Nonostante dal 2015 le maggiorenni possano acquistare i farmaci per la contraccezione d’emergenza senza ricetta medica, ancora 1 donna su 3 non sa che è possibile farlo in farmacia e parafarmacia, con il 9% che pensa che sia dispensata solo in ospedale, e oltre un’intervistata su 2 non è al corrente che la prescrizione medica serva solo per le minorenni.
“La mancanza di conoscenza nasce dal fatto che la contraccezione d’emergenza viene poco spiegata dal ginecologo nel corso della visita come una opzione possibile quando altri metodi contraccettivi falliscono o ci si viene a trovare in situazioni a rischio“, afferma la professoressa Rossella Nappi, Università degli Studi di Pavia, “è per questo che non si comprende la differenza nel tempo di azione delle due diverse pillole disponibili sul mercato e quanto sia importante invece definirle ‘pillola del prima possibile’.
“Data l’importanza di tutti gli aspetti che riguardano la contraccezione per il benessere psico-fisico della donna in età fertile” Onda ha deciso di avviare “una campagna sui propri social network con post ad hoc e video pillole e accompagnata dalla realizzazione della brochure ‘La nuova mini-guida sulla contraccezione – Focus sulla contraccezione orale di emergenza’ che sarà distribuita negli ospedali del network Bollini Rosa e scaricabile dal sito www.ondaosservatorio.it. Ancora oggi – spiega la presidente Francesca Merzagora – molte donne non sanno come utilizzare la ‘contraccezione del dopo’ correttamente e quindi questo progetto punta a fare chiarezza sul tema, utilizzando strumenti idonei a raggiungere anche le donne più giovani”