Secondo uno studio realizzato dalla George Mason University, sottoponendo un campione di due mila donne fra i venti e i quarant’anni, si è visto che coloro che avevano avuto un bambino presentavano dei telomeri, piccole porzioni di Dna che si trovano alla fine di ogni cromosoma, più corti rispetto a coloro che non si erano riprodotte. Stando alla ricerca, pubblicata su una prestigiosa rivista scientifica, c’è un cambiamento che avviene a livello di cellule nel momento in cui si mettere al mondo un figlio accelerando di ben undici anni il processo di invecchiamento del DNA di una mamma.
Una riduzione dei telomeri, nella loro lunghezza, è associata a una serie di malattie croniche e ad una minore aspettativa di vita. Nel caso dello studio condotto dal team della dottoressa Anna Z. Pollack, le donne con figli presentavano, in media, dei telomeri più corti del 4.2%, un dato che rimaneva attendibile a prescindere dalla differenza di età, il peso e il contesto socio-economico di provenienza. Attraverso un altro studio però, si è visto l’esatto opposto ossia che le donne con figli presentano telomeri più lunghi. Vista questa discordanza, la dottoressa Pollack ha ipotizzato che non è l’atto di partorire a provocare l’invecchiamento cellulare nelle donne, bensì la condizione di stress in cui esse si trovano nel momento in cui diventano madri e iniziano a crescere i loro figli. Tuttavia, conclude la stessa scienziata, i risultati vanno interpretati con cautela e richiedono sicuramente degli approfondimenti.