Un cuore già fragile può essere molto provato da eventi difficili come un divorzio o difficoltà economiche, aumentando il rischio di un secondo infarto o di un nuovo ictus. E’ quanto emerge da uno studio del Karolinska Institutet di Stoccolma, pubblicato sull”European Journal of Preventive Cardiology’.
Sono stati analizzati 29.226 pazienti svedesi sopravvissuti a un infarto da un anno, osservandone lo stato di Salute e quello socio-economico, oltre al livello d’istruzione e allo stato civile (i soggetti erano divisi fra sposati, single, divorziati e vedovi). I pazienti sono stati seguiti in media per quattro anni.
Ebbene, lo studio ha mostrato che un divorzio, e condizioni socioeconomiche difficili, sono due fattori associati in modo significativo con un più alto rischio di incappare in un secondo evento cardiovascolare. In particolare, per i pazienti con più di 12 anni di istruzione il rischio di nuovo infarto è ridotto del 14% rispetto a quelli che avevano totalizzato al massimo 9 anni di studi. Non solo, i pazienti nella fascia di reddito più elevata avevano un rischio ridotto del 35% rispetto a quelli nel gruppo più disagiato.
Un pericolo che, per i divorziati, aumentava del 18% rispetto ai pazienti sposati. Anche le persone non sposate o vedove sono risultate più a rischio di un nuovo infarto o ictus rispetto a quelle in coppia, ma l’associazione non è risultata significativa, avvertono gli autori.
“Il matrimonio appare protettivo rispetto agli eventi ricorrenti“, afferma Joel Ohm del Karolinska Institute. “Ma non si possono dedurre conclusioni sui meccanismi all’origine del fenomeno da questo studio”. Insomma, “il messaggio che emerge da questo lavoro – conclude Ohm – è che lo status socioeconomico è associato con eventi ricorrenti”. Tanto che i medici dovrebbero includere le informazioni sullo stato civile e quello socioeconomico “quando stimano il rischio di un nuovo evento in un paziente che è sopravvissuto a un infarto”.