Ginkgo: la pianta medicale dalle mille proprietà

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Ginkgo biloba  è una pianta, unica specie ancora sopravvissuta della famiglia Ginkgoaceae, dell’intero ordine Ginkgoales e della divisione delle Ginkgophyta. È un albero antichissimo le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa nel Permiano e per questo è considerato un fossile vivente. Pianta medicinale, certo perchè esistono farmaci a base di estratti di questa pianta. Conosciuta in primis come pianta ornamentale, che diventa anche di grosse dimensioni e assai comune in giardini e parchi pubblici e privati, fantastica in particolare in autunno quando le foglie diventano color giallo oro.

Di origine orientale, dove ancora è considerata una pianta sacra, per vari motivi, non solo perchè può evocare belle sensazioni poetiche o religiose, ma anche e soprattutto perchè è molto resistente agli agenti inquinanti e può raggiungere anche i 1000 anni di vita. Il nome biloba, deriva dalla morfologia delle foglie che sono divise in due lobi a forma di ventaglio, e già questo richiama le origini del Giappone, la sua cula nativa. E proprio nella medicina tradizionale giapponese e cinese la Ginkgo è molto utilizzata. Anche la medicina scientifica ha approfondito le caratteristiche di questa pianta, per la quale appunto è utilizzata in forma di medicinale, non solo come integratore. La Ginkgo è stata codificata come pianta medicinale dalla stessa EMA, l’Agenzia Europea per la validazione dei medicinali: allo scopo si usano le foglie. delle quali conosciamo bene i numerosi costituenti chimici, facilmente raggruppabili  in composti terpenici e composti fenolici. I primi sono rappresentati da diterpeni, ginkgolidi e bilobalide;i secondi invece da catechine, agliconi, gicosidi, biflavoni, e procianidine. In più ci sono piccole quantità di acidi ginkgolici, sostanze potenzialmente irritanti e tossiche. In particolare, è stat dimostrato che i ginkgolidi antagonizzano il fattore di aggregazione piastrinica, implicato anche nella broncocostrizione e nei processi di infiammazione allergica. Mentre i flavonoidi svolgono un’azione anti radicali liberi, migliorando complessivamente la microcircolazione. In particolare aumentano la resistenza capillare, migliorano l’irrorazione tissutale, gli scambi di glucosio e ossigeno e il metabolismo cellulare, e hanno un’azione vasodilatatoria arteriolare attraverso la biosintesi di nitrossido. Dal punto di vista clinico inoltre è ormai consolidato che gli estratti di Ginkgo, sono utili proprio nei soggetti affetti da iniziali segni di decadimento cognitivo,con perdita di memoria, deficit di concentrazione, deboli segni di depressione, e altri modesti segni di invecchiamento cerebrovascolare come vertigini con o senza deficit uditivi, disturbi circolari periferici, ecc. Esistono in commercio estratti di Ginkgo biloba cosiddetti evoluti, dei quali ad esempio conosciamo il contenuto in flavonoidi, standardizzato al 24% in ginkgolidi, standardizzato al 6%, ed esenti da acidi ginkgolici, potenzialmente responsabili di allergie, mal di testa e cefalea. Oggi conviene utilizzare questo tipo di estratti, che consente un lotro utilizzo controlato e attinente a quelli che sono i risultati dei trials clinici.

 

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