Il direttore degli acquisti di Barilla, Emilio Ferrari, ha dichiarato che al momento la Barilla non ha firmato nessun contratto per l’importazione di grano duro dal Canada. La decisione presa è dovuta alla presenza, nel grano Canadese, di glifosato il pesticida ritenuto dannoso per la salute umana. Il gruppo Barilla, il più grande produttore di pasta al mondo, ha richiesto ai rifornitori canadesi di non trattare il grano duro con glifosato in pre-raccolto, non riscontrando però esito positivo in quanto il Canada al momento attuale non è in grado di rispettare tali requisiti, quindi la conseguenza è che al momento la Barilla ha sospeso le importazioni di grano duro canadese. Il motivo di questa decisione, sottolinea Ferrari, starebbe nella crescente preoccupazione dei consumatori italiani per la presenza di tracce di glifosato nella materia prima proveniente da oltreoceano.
Lo stesso Ferrari afferma che, sebbene sia una sorta di suicidio dire che la pasta è avvelenata dal glifosato, questo è la considerazione e l’opinione pubblica diventando restia al glifosato nonostante i diversi studi scientifici. Infatti, il sospetto per i vertici di Barilla è che i produttori italiani abbiano cavalcato l’onda della contaminazione da glifosato per bloccare le importazioni di grano dall’estero e favorire la produzione nazionale che però non è sufficiente a coprire le esigenze di produzione. Al momento i tagli sono del 35% delle importazioni di grano duro Canadese, nonostante le eccellenti qualità di questo grano. Questo per i consumatori è un grande passo in avanti, perché non è semplice costringere l’industria pastaria italiana ad approvvigionarsi di grano pulito, anche in assenza di obblighi di legge, quindi senza dubbio è un risultato che potremmo definire storico.