Circa 13,8 miliardi di anni fa, l’universo come noi lo conosciamo si è espanso da una singolarità infinitamente calda e densa nello spazio e nel tempo, prima in un violento tumulto di rapida inflazione cosmica per una frazione di secondo e poi secondo le modalità più calme che vediamo oggi, ossia un’espansione graduale ma in accelerazione alimentata dall’energia oscura.
Questo descrive in maniera sintetica il modello del Big Bang, la spiegazione teorica più valida per il nostro universo. Possiamo essere abbastanza sicuri della sua veridicità grazie agli enormi carichi di prove osservative. Sean Caroll, astrofisico della Caltech, ha persino descritto il Big Bang come “vero al 100%”. Ma questa percentuale di sicurezza si riduce a zero quando si parla della singolarità che avrebbe dato inizio a tutto. Da dove è nata? Cosa c’era prima di essa? Cosa l’ha fatta esplodere in così grande stile?
Caroll ammette che questa singolarità e il suo scoppio sono essenzialmente indicazioni di ciò che non sappiamo. “È il momento in cui non sappiamo cosa stesse facendo l’universo”. E potremmo non saperlo mai, almeno con gli attuali metodi di osservazione. Secondo l’astrofisico Ethan Siegel, “la natura esponenziale dell’inflazione elimina qualsiasi informazione che si è verificata prima, separandola da tutto ciò che possiamo osservare, gonfiandola oltre la porzione dell’universo che possiamo osservare”.
Sembrerebbe che siamo in un vicolo cieco. Il cosmologo Alan Guth, autore della teoria dell’inflazione cosmica, spiega: “Certamente sembra che l’universo che osserviamo intorno a noi abbia avuto un inizio. Questo non significa che quell’inizio sia stato necessariamente l’inizio definitivo di tutta la realtà. Potrebbe esserci una certa preistoria di quello che noi chiamiamo inizio”.
Abbondano fantasiose idee per spiegare questa preistoria. L’inflazione eterna suggerisce che il nostro universo non sia altro che una semplice bolla in una “schiuma più grande di inflazione” di un universo ancora più grande, secondo il fisico Matt Francis. Secondo l’inflazione ciclica il nostro universo osservabile è la regione tra due membrane di universi paralleli. Un’altra teoria propone che il nostro universo sia emerso dalla singolarità di un buco nero e che noi siamo all’interno dell’orizzonte degli eventi.
Tutte queste idee sembrano forti, ma nessuna è verificabile, il che le rende inutili in questo momento. Condividono lo stesso stato di futilità con la singolarità del Big Bang e con tutte le altre spiegazioni su come tutto abbia avuto realmente inizio.
Siegel spiega: “La quantità totale di informazioni a noi accessibili nell’universo è limitata e così anche la quantità di conoscenza che possiamo ottenere. Esiste un limite alla quantità di energia a cui possiamo accedere, alle particelle che possiamo osservare e alle misurazioni che possiamo eseguire. Ci sono molte cose da imparare e molte cose che la scienza non ha ancora svelato e molte delle incognite attuali ricadranno nel prossimo futuro. Ma probabilmente alcune cose non le sapremo mai”.
Probabilmente non sapremo mai con certezza come tutto sia iniziato o addirittura se ci sia stato un inizio. Forse la ricerca infinita per scoprire le nostre origini definitive è insensata, un effetto collaterale del nostro bisogno innato di una storia coerente dell’esistenza. In effetti, il concetto stesso di inizio potrebbe essere errato, basato sulla nostra relativamente misera esperienza in questa realtà mistica. L’universo e tutta la realtà non devono conformarsi necessariamente al nostro concetto di inizio.
E comunque, per quanto in fondo possiamo scavare, resterà sempre una domanda su “cosa c’era prima?”. La ricerca di un inizio probabilmente non avrà mai fine.