Internet, non solo fake news: nasce l’Osservatorio su botnet

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“Oltre il 50% delle conversazioni piu’ accese online e nei social network non e’ dovuto alle persone ma alle reti di account automatizzate (botnet), usate da chi ha interesse a influenzare una discussione nel momento in cui gli scambi si moltiplicano”. Occhio alle botnet, sottolinea dunque l’esperto di IT Renato Gabriele, fondatore di Oohmm (Observatory of Online Harassment and Media Manipulation), presentando al Festival del giornalismo di Perugia l’attivita’ di analisi dati su questi “Political Bots” o ‘polbots’ – in azione nei momenti pubblici importanti, non solo per le elezioni – compiuta dal 2013 dal team Bigdata42 confluito nell’Osservatorio.

In quest’ottica, l’osservatorio Oohmm conferma l’attivita’ di ‘polbots’ russi nelle presidenziali Usa del 2016 vinte da Trump e di ‘polbots’ italiani invece nel nostro referendum costituzionale dello stesso anno.

Osservati in precedenza anche diversi bot ricondotti poi a Cambridge Analytica, che oggi e’ sotto i riflettori per l’uso politico dei dati provenienti da milioni di utenti facebook: per Renato Gabriele questa vicenda ha se non altro fatto conoscere al grande pubblico “l’esistenza di aziende che da anni – ha precisato – popolano di contenuti fittizi il web e i social media, allo scopo di fare propaganda computazionale politica”, con un “inquinamento del dibattito pubblico pianificato al computer che pone una fondamentale questione democratica, investendo anche il mondo dell’informazione”.

I ‘polbots’ si fingono “persone vere” postando o ritwittando notizie, eventi di musica, sport o altri temi molto dibattuti, prima di intervenire laddove intendono colpire. Ne e’ diffusa la compravendita, spiega il sito dell’Osservatorio, alla stregua di “spazi televisivi” necessari ad un’agenzia pubblicitaria alle prese con il lancio di un nuovo prodotto.

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