Morbillo, Ricciardi(Iss): “Casi record in Italia, 1 morto ogni 1000 persone”

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La letteratura scientifica generale “indica una percentuale di un decesso per ogni circa 3.000 casi registrati di morbillo, ma in Italia, nell’ultimo periodo, stiamo invece registrando una media di un decesso ogni mille casi: questo rappresenta un record mondiale in termini di casistica”. Lo ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi, a margine della presentazione del progetto ‘Abbiamo i numeri giusti’, riferendosi all’ultimo caso di decesso per morbillo registratosi a Catania e che ha visto coinvolto un bimbo di soli 10 mesi.

Il caso di Catania, ha sottolineato Ricciardi, “è però una conseguenza prevedibile di una situazione partita nel 1999, quando si scelse di abbandonare la certificazione obbligatoria per le vaccinazioni. Ciò ha determinato, negli anni successivi, un forte abbassamento delle coperture vaccinali, con il risultato che oggi abbiamo migliaia di adulti che non sono immunizzati a malattie come, ad esempio, il morbillo”. 

Per capire la peculiarità della situazione italiana, ha spiegato Ricciardi, “si pensi ad esempio alla Svezia: qui, negli ultimi 20 anni, e’ stato vaccinato il 95% della popolazione e questo ha portato al dato per cui oggi la quasi totalita’ dei ventenni svedesi e’ immunizzata. l’Italia e’ invece all’opposto: oggi registriamo migliaia di adulti e giovani non vaccinati proprio per effetto del calo delle coperture degli anni scorsi. Questo vuol dire che se entrano in contatto con i virus del morbillo o dell’influenza si ammalano, e si tratta di migliaia di casi nel caso del morbillo e di milioni di casi per l’influenza“.

Riferendosi poi al caso della bimba di 4 anni morta a Brescia a causa delle conseguenze derivate da una otite sottovalutata, Ricciardi ha sottolineato come questo sia “un caso diverso. Si tratta di un caso sconcertante – ha affermato – e di una grave sottovalutazione, soprattutto considerando le implicazioni che le otiti possono avere proprio sui pazienti pediatrici”.

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