Oltre a ricordarsi di prendere i farmaci prescritti dai cardiologi alla giusta ora e di apportare alcuni cambiamenti salutari allo stile di vita, i pazienti che soffrono di ipertensione possono includere un’attività piacevole al trattamento di routine per la malattia grazie ad un nuovo studio.
Secondo i ricercatori dell’Università di San Paolo (UNESP), in Brasile, in collaborazione con colleghi del Juazeiro do Norte College (FJN) e dell’ABC Medical School (FMABC), sempre in Brasile, e dell’Oxford Brookes University, la musica intensifica gli effetti dei farmaci poco dopo la loro assunzione per controllare la pressione alta.
Qualche anno fa, i ricercatori dell’UNESP hanno cominciato a studiare gli effetti della musica sul cuore in condizioni di stress. Uno dei risultati è che la musica classica tende a rallentare il battito cardiaco, attivando il sistema nervoso parasimpatico e riducendo l’attività simpatica. Questi costituiscono il sistema nervoso autonomo, che mantiene l’omeostasi. Il sistema nervoso simpatico accelera il battito cardiaco, restringe i vasi sanguigni e aumenta la pressione sanguigna. Il sistema parasimpatico, invece, controlla il corpo a riposo, rallentando il cuore, abbassando la pressione sanguigna e stabilizzando la glicemia e l’adrenalina.
Ora i ricercatori hanno continuato la ricerca misurando gli effetti della stimolazione musicale sulla variabilità della frequenza cardiaca in situazioni ordinarie, come il trattamento per la pressione alta, su 37 pazienti con ipertensione controllata. I pazienti, che seguivano un trattamento per la malattia da 6-12 mesi, ascoltavano musica strumentale allo stesso volume attraverso degli auricolari per un’ora dopo aver preso i farmaci.
L’analisi dei dati ha mostrato che la frequenza cardiaca diminuiva notevolmente un’ora dopo aver assunto i farmaci quando i pazienti ascoltavano la musica in quel periodo, riduzione che non aveva la stessa portata quando non ascoltavano musica. Anche la pressione sanguigna rispondeva meglio ai farmaci dopo aver ascoltato la musica.
Una delle ipotesi dei ricercatori è che la musica stimoli il sistema nervoso parasimpatico, aumenti l’attività gastrointestinale e acceleri l’assorbimento dei farmaci contro l’ipertensione, intensificandone gli effetti sulla frequenza cardiaca.