Pasquetta: le origini della tradizionale gita fuoriporta

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La tradizione vuole che il giorno di Pasquetta, introdotto dallo Stato italiano come festività civile nel Dopoguerra  per prolungare la Pasqua, sia trascorso fuoriporta in compagnia di parenti e amici, in genere organizzando una gita o una scampagnata all ’aperto, tutti insieme, portando con sé cibi e bevande … Pasquetta che può dirsi  davvero riuscita se il bel tempo concede di stendere il telo sul prato per un bel pic-nic. Ma quali sono le origini della tradizionale gita fuoriporta? Una possibile risposta arriva dal Vangelo in quanto il giorno stesso della Resurrezione, Gesù Risorto si manifesta a due apostoli che erano in viaggo verso Emmaus, poco distante da Gerusalemme.Tutto ruota attorno all’apparizione straordinariamente amichevole di Gesù , venuto per far sapere loro che è risorto. Il viaggio da Gerusalemme ad Emmaus, è, per loro, una sorta di viaggio della delusione. I due discepoli, che avevano “puntato tutto” su Gesù, al punto che Gerusalemme era diventata sinonimo di gioia, incontro, verità, amicizia, associata in tutto e per tutto a Gesù, a un certo punto la vedono insopportabile, desiderando allontanarsene.

Ma il Signore, proprio quando sono totalmente delusi nella loro profonda speranza religiosa, si è fatto presente, affiancandoli, sv elando che nelle cose che era accadute c’era un senso. Proprio quel senso è riuscito a scaldare il loro cuore, ormai incapace di credere e di sperare, facendoli ritrovare il coraggio, tanto da sedere con Gesù che si svela nella frazione del pane. Allora lo riconobbero ed egli divenne invisibile.Per ricordare il viaggio verso Emmaus, si trascorrerebbe il giorno di Pasquetta facendo una gita fuoriporta, un tempo fuori le mura.

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