Plastica nell’organico, Paesi Ue a confronto

MeteoWeb

C’è plastica nella raccolta dell’umido. Il tema della crescente contaminazione da plastiche non compostabili, soprattutto nei grandi centri urbani, è stata affrontata nel Kasseler Abfall- und Ressourcenforum 2018, conferenza tedesca di waste management, giunta alla 30esima edizione (Kassel, 10-12 aprile 2018), in cui si sono confrontati i rappresentanti delle associazioni nazionali dei compostatori di Germania, Austria, Svizzera e Italia, i quattro Paesi europei con la più lunga e radicata esperienza nel settore della raccolta della frazione organica in Europa.
Oltre ad illustrare il sistema italiano, il Cic-Consorzio Italiano Compostatori ha presentato i risultati delle 45 analisi effettuate su 27 impianti (15 di compostaggio, 12 di digestione anaerobica e compostaggio) nell’ambito del progetto ‘Di che plastica 6’, svolto in collaborazione con Assobioplastiche, Conai e Corepla, già presentati a Milano lo scorso 9 ottobre.
I monitoraggi effettuati dal Cic hanno rivelato che la contaminazione della frazione organica raccolta in Italia ammonta al 4,9%. Si tratta prima di tutto di plastica non compostabile. Il 44% dei sacchetti usati per raccogliere i rifiuti umidi sono ancora in plastica tradizionale.
Situazioni analoghe si registrano anche negli altri Paesi europei, come Germania, Svizzera e Austria dove, con il supporto del ministero per Ambiente, agricoltura e turismo, il Kbv? (l’associazione nazionale austriaca per la produzione di compost e biogas che raggruppa 486 gestori di impianti e altre 56 aziende in Austria) sta lanciando la campagna ‘Tutto nel Bio – Alleanza per un’Austria libera dai sacchi di plastica’.
L’obiettivo è la promulgazione di una legge sul divieto di commercializzazione degli shopper monouso e dei sacchi per frutta e verdura di plastica non compostabile, analogamente a quanto è stato già fatto in Italia e in Francia e dal 2020 anche in Spagna, in modo da garantire un sensibile miglioramento nella qualità della frazione organica.
Sia i dati delle analisi merceologiche condotte in Svizzera che quelli presentati da Bertram Kehres, Managing Director della Bgk – German Compost Quality Association, hanno evidenziato un livello di contaminazione da plastiche del prodotto finale superiore nel digestato degli impianti di digestione anaerobica rispetto al compost prodotto negli impianti di compostaggio tradizionali.
In Svizzera, nel 2017, il 73,3% dei campioni di compost analizzato è risultato idoneo mentre solo il 50% dei campioni di digestato ha superato il test di qualità. In Germania, sempre nel 2017, a non soddisfare i criteri di qualità sono stati l’8,7% dei campioni di compost e il 10,8% dei campioni di digestato (i dati non sono confrontabili in quanto il criterio svizzero è più restrittivo).
Di qui la considerazione unanime che uno degli obiettivi principali nella raccolta differenziata della frazione organica per la produzione di ammendanti idonei all’utilizzo in agricoltura deve essere quello di garantirne la qualità, eliminando quanto più possibile la plastica non compostabile già a monte dei processi di trattamento.
Novamont da 5 anni è partner promotore di questo evento in virtù dell’esperienza maturata in 25 anni di raccolta differenziata dell’organico in Italia – sottolinea Christian Garaffa, Marketing Manager Raccolte Differenziate di Novamont – Nel nostro sistema, i sacchi compostabili in Mater-Bi hanno permesso un’intercettazione della frazione organica efficiente e di qualità portandoci a primeggiare nel mondo“.

Condividi