‘Dark’ nell’aspetto e nell’anima. Secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista ‘British Journal of Clinical Psychology‘, i giovani che si identificano come goth o emo, hanno maggiori probabilità di incappare in autolesionismo o pensieri suicidi. Lo studio ha coinvolto oltre 6.000 ventenni, scoprendo che coloro che appartengono a queste subculture alternative – che includono anche punk e metal – sono a maggior rischio rispetto agli altri coetanei. E questo pericolo sembra sia talmente elevato – sostengono gli autori del rapporto – che le autorità dovrebbero anche prendere in considerazione la creazione di servizi specialistici di sostegno per questi gruppi di giovani.
Lo studio ha analizzato i risultati di una dozzina di altri lavori condotti nell’arco di 25 anni (la cultura ‘dark’ è nata all’inizio degli anni ’80) per fornire un quadro più chiaro possibile di come le sottoculture goth, emo o metal e l’autolesionismo possano essere collegati. Fra le cause – segnala il lavoro congiunto delle Università di Manchester, di Liverpool, la Leeds Beckett University e l’Università del Central Lancashire – ci potrebbero essere gli atteggiamenti di vittimizzazione e l’esposizione a reati di odio e il fatto che questi gruppi raccolgono tradizionalmente persone che potrebbero già soffrire di depressione.
“Questa ricerca non dimostra solo che esiste una chiara correlazione fra questa moda e la depressione – dice Peter Taylor, uno degli autori – ma segnala la necessità concreta di intervenire per ridurre il pericolo. Non sto dicendo che se qualcuno entra in uno studio medico indossando una felpa nera, dovrebbe automaticamente essere considerato a rischio. Ma la cultura con cui questi ragazzi si identificano, potrebbe contribuire a far parte di un quadro più ampio“.