Marcio o funzionante, il sito nordcoreano dei test nucleari di Punggye-ri, dove e’ nata ed e’ stata poi perfezionata l’atomica di Kim Jong-un, sara’ chiuso a maggio, a 12 anni dalla prima detonazione: in base all’Ufficio presidenziale di Seul, il leader ha fatto l’annuncio venerdi’ al summit di Panmunjom, assicurando le sue “buone condizioni”. Il 9 ottobre del 2006 Kim Jong-il, padre del comandante supremo attuale, spinse la politica del “songun” (i militari prima di tutto) in una nuova fase col primo test. Il secondo e’ del 25 maggio 2009, mentre l’accelerata l’ha data Kim Jong-un, al potere da fine 2011: un test il 12 febbraio del 2013 e altri due il 6 gennaio e il 9 settembre del 2016. Infine, quello del 3 settembre del 2017, cosi’ forte da causare un sisma artificiale di magnitudo 6.3, seguito per mesi da scosse di assestamento, lette come segnale del collasso del monte Mantap sotto cui sono state scavate le gallerie. Oltre a danneggiare irrimediabilmente la struttura, si stima che la detonazione sia stata tra i 70 e i 120 chilotoni, circa 8 volte la bomba sganciata su Hiroshima dagli Usa nel 1945, e un multiplo del chilotone scarso del primo test del 2006. Uno studio di geologi cinesi visibile da mercoledi’ sul sito della University of Science and Technology of China ha gettato un’inquietante luce sugli scenari. Gli autori, Tian Dongdong, Yao Jiawen e Wen Lianxing, scrivono che il primo sisma e’ occorso a 8 minuti e mezzo dalla detonazione “per il collasso in loco verso il centro del test nucleare”, mentre le scosse successive sono state “uno sciame sismico” di assestamento. Il monte Mantap “e’ collassato e’d e’ necessario monitorarlo per ogni perdita di materiale radioattivo potenzialmente generata”. Punggye-ri, nel nordest del Paese, dista circa 150 km dalla Cina. Sulla ricerca e sul rischio contaminazione, il portavoce del ministero della Difesa Wu Qian ha tagliato corto giovedi’ a una domanda in un briefing dicendo di non conoscere l’argomento. Mentre ’38 North’, think tank della Johns Hopkins University di Washington, ha definito operativo il sito in un report del 24 aprile, come dimostrato dalla “attivita’ inconsueta” rilevata dalle foto satellitari dal 20 aprile, con la consistente presenza di carrelli da miniera al “west portal”. Kune Yull Suh, professore di ingegneria nucleare alla Seoul National University, ha messo in guardia dalla vicinanza del monte Paektu, vulcano distante 100 km da Punggye-ri e a rischio eruzione se sottoposto a nuove e forti sollecitazioni.