Prendersi cura di sé, attraverso esercizio fisico e scelte alimentari corrette, è fondamentale per mantenere in salute il proprio corpo: un vero e proprio stile di vita che deve essere consigliato e personalizzato da un professionista.
Negli ultimi anni però si è sviluppato sempre più il trend del “fai-da-te”, dalla dieta agli work-out: il 12 e il 13 aprile, durante la XII edizione di NutriMI che si terrà al Palazzo delle Stelline, si approfondirà questa tematica analizzando i pro e i contro.
PRESTAZIONI SPORTIVE E INTEGRATORI: QUALI SCEGLIERE?
Secondo le più autorevoli organizzazioni internazionali che si occupano di nutrizione e sport, “la prestazione e la fase di recupero dopo l’esercizio sono favorite da strategie nutrizionali scelte con cura ed attenzione”. La prima scelta da fare è quella di un regime alimentare completo, come quello della Dieta Mediterranea che previene le principali patologie cardiovascolari e metaboliche, nonostante il mercato si sia sempre più incentrato su un uso massiccio di integratori e prodotti specifici. Il suggerimento, rivolto in particolare agli atleti, è quello di valutare l’assunzione di integratori home made: la frutta essiccata è perfetta per il pre-allenamento, mentre diversi studi dimostrano una correlazione tra l’assunzione di miele e la riduzione dello stato infiammatorio post-esercizio.
FITNESS ADDICTED? ATTENZIONE AL FAI-DA-TE
I fitness trend del 2018, secondo l’ACSM’s Health & Fitness Journal, comprendono l’HIIT (High-intensity interval training), l’allenamento di gruppo, esercizio fisico che preveda l’utilizzo di tecnologia “wearable” (smartwatch con app dedicate, indumenti smart) e l’allenamento a corpo libero.
Se da una parte questo impegno nell’attività fisica va premiato in ottica di salute e benessere, dall’altra bisogna prestare attenzione a non veicolare il messaggio che qualsiasi allenamento, indipendentemente dal tipo, dall’intensità e dalle proprie condizioni di efficienza fisica possa essere svolto senza l’aiuto di personale qualificato. Attenzione quindi a basarsi solo sugli workout proposti da influencer e che si diffondono con il passaparola.
DONNE E SALUTE: UNA RELAZIONE FONDAMENTALE
Un’intera sessione sarà dedicata alle donne e agli effetti delle scelte nutrizionali sulla loro salute.
Sembra banale ripeterlo ma sempre più studi dimostrano che la Dieta Mediterranea è la scelta giusta da fare, in quanto non esclude nessun tipo di alimento suggerendo quantità di consumo ideali: alimenti prevalentemente di origine vegetale, un consumo moderato di pesce, carne bianca, uova e prodotti caseari, e una sporadica assunzione di carne rossa, processata e prodotti dolciari. I maggiori effetti biologici sono associati a proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e proprietà prebiotiche che riducono lo stress ossidativo e l’aging tissutale.
DAL CONCEPIMENTO ALL’ALLATTAMENTO: I CONSIGLI PER LE MAMME
Il rispetto del binomio stile di vita e nutrizione prima del concepimento, in gravidanza e durante l’allattamento diventa il perno di sviluppo del potenziale di salute e prevenzione per la diade materno-infantile: le implicazioni sono transgenerazionali e sono in grado di proteggere le future generazioni grazie a migliori assetti metabolici, atopico-immunitari, cardiovascolari e neurocognitivi.
Inoltre, è importante ricordare che durante la gravidanza non si mangia per due! Anzi, l’incremento del fabbisogno calorico è limitato a 100kcal nel primo trimestre, 300kcal nella fase intermedia e massimale nell’ultimo trimestre 450kcal (da commisurare al BMI materno di partenza). In realtà è il fabbisogno di micronutrienti a superare quello calorico: per esempio sarebbe bene incrementare del 50% l’apporto di acido folico.
IL CUORE DELLE DONNE È PIÙ FORTE CON LE GIUSTE SCELTE ALIMENTARI
Il 75% degli eventi coronarici che colpiscono il mondo femminile possono essere prevenuti semplicemente adottando delle scelte di vita migliori, come l’astensione dal fumo, l’esercizio fisico e una corretta alimentazione. Anche in questo caso la Dieta Mediterranea gioca un ruolo protettivo fondamentale, riducendo del 20-25% il rischio di malattie cardiovascolari secondo una meta-analisi basata su 29 pubblicazioni.