Lo strumento migliore per diagnosticare la tubercolosi è l’olfatto dei topi. Il super fiuto dei roditori non è più un mistero: già utilizzati per annusare i vapori degli esplosivi, ora sono stati addestrati da ricercatori africani, autori di uno studio pubblicato sulla rivista ‘Pediatric Research’, a ‘sentire’ l’odore particolare della Tbc nei bambini. I risultati hanno dato dei valori più precisi rispetto a quelli degli esami standard.
La tubercolosi è diffusa nei Paesi dell’Africa subsahariana e del Sud est asiatico, il problema però in queste aree è che la diagnosi viene effettuata con un test a buon mercato, la cui precisione varia a seconda della qualità del campione di espettorato utilizzato. E i bambini spesso sono incapaci di fornire un volume importante di muco, e i test possono risultare negativi, non rilevando così il Mycobacterium tuberculosis che causa la malattia.
Gli scienziati della Facoltà di Agricoltura dell’Università di Sokoine, in Tanzania, per trovare un metodo più efficace, hanno addestrato dei ratti a riconoscere l’odore caratteristico delle molecole rilasciate dal batterio negli espettorati. Sono stati prelevati in bambini di 5 anni 982 campioni di muco, che a loro volta erano già stati analizzati con test standard, dai quali erano risultati 34 casi di positività alla tubercolosi. I ratti invece hanno diagnosticato 57 ulteriori casi, tutti poi confermati da un test più avanzato. I roditori, dunque, hanno permesso di individuare il 68% in più di infezioni da Tbc. I risultati sono stati poi trasmessi nelle cliniche competenti e i bambini sono stati presi in carico.
Questo nuovo metodo sembra dunque molto promettente per diagnosticare la malattia nei bambini e nei Paesi a basso reddito, anche se sono necessari altri studi con altri tipi di campioni e sul grado di precisione dell’olfatto dei ratti.