Il rischio di morire di tumore non è lo stesso in tutte le aree geografiche. Esistono molti fattori che esercitano un’influenza e, tra questi, il tipo di terreno, poiché può contenere metalli pesanti e semimetalli che sono cancerogeni per gli umani. L’esposizione cronica a questi elementi tossici, che entrano nel corpo attraverso la catena alimentare, potrebbe aumentare la frequenza di alcuni tumori in determinate zone.
Per questi motivi, i ricercatori del Carlos III Health Institute (ISCIII) e del Geological and Mining Institute of Spain (IGME) hanno valutato congiuntamente la possibile associazione statistica tra le concentrazioni di metalli pesanti nel terreno e la mortalità a causa di diversi tipi di cancro. Tra le associazioni trovate vi sono: cancro all’esofago e piombo, tumore al polmone e rame, tumore al cervello e arsenico, tumore alla vescica e cadmio.
I ricercatori hanno ottenuto questi dati dall’Atlante Geochimico della Spagna e da un database di 861.440 morti a causa di 27 tipi di cancro che si sono verificati in circa 8.000 municipalità spagnole tra il 1999 e il 2008, tenendo in considerazione la presenza di fonti di inquinamento locale o variabili socio-demografiche che potrebbero interferire nei risultati.
Pablo Fernández, ricercatore dell’ISCII e co-autore dello studio, ha dichiarato: “Abbiamo individuato anche che le concentrazioni più alte di cadmio, piombo, zinco, manganese e rame nel suolo sono statisticamente associate ad una mortalità più alta a causa di tumori dell’apparato digerente negli uomini e nel caso delle donne, una mortalità più alta a causa di tumori al cervello nelle aree con più contenuto di cadmio”. I risultati mostrano anche la relazione tra terreni con più cadmio e mortalità più alta da tumore alla vescica e terre con alte concentrazioni di arsenico e più casi di morte per tumori al cervello.
Fernández ha concluso: “Anche se è plausibile che il contenuto di elementi tossici nel terreno, anche se molto ridotto, possa essere una componente dell’eziologia dei tumori, i risultati devono essere interpretati con grande cautela, poiché le relazioni trovate non consentono di concludere che ci sia una relazione di causa-effetto. Il nostro studio non ha dati sull’esposizione individuale o informazioni su altri fattori importantissimi per l’origine dei tumori, come il fumo, il consumo di alcol o l’obesità”.