L’equinozio di primavera è il giorno che segna la fine dell’inverno e il risveglio della natura. Da sempre popoli diversi hanno celebrato questo passaggio con riti e feste popolari diversi tra loro, ma accomunati da simboli universali come l’uovo, che per tante culture rappresenta il Cosmo, la nascita e la forza della creazione. A “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda lunedì 2 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Alessandro Barbero ripercorrendo la storia delle feste di Primavera dall’antichità fino ai nostri giorni, per scoprirne metodi e funzioni. A Roma il rito più importante è quello legato alla dea della natura, Cibele, la magna mater. Con l’avvento del Cristianesimo la rinascita della natura coincide con la rinascita dell’umanità e la resurrezione del suo Salvatore, Gesù Cristo. Ma retaggi di antichi riti pagani si ritrovano nelle feste popolari del Medioevo, come nei “roghi della vecchia”, che diventano i “falò di San Giuseppe”, nei “calendimaggio”, con le cerimonie degli “alberi fioriti” che si trasformano negli “alberi della cuccagna”, e nelle ”infiorate”. Con l’illuminismo molti culti vengono abbandonati e la rivoluzione francese crea nuove festività. Il rito diventa un evento politico. La rivoluzione sovietica esalta la festa dei lavoratori del primo maggio, mentre il fascismo la nasconde per celebrare le feste rurali, molto più vicine alla cultura da “strapaese” promossa dal regime.