Farmaci, l’Aifa: “E’ importante rispettare la data di scadenza”

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La data di scadenza dei medicinali non è la mera conseguenza di considerazioni arbitrarie o di logiche di tipo commerciale, ma scaturisce da evidenze scientifiche. E’ infatti il risultato di una valutazione basata sugli studi di stabilità condotti sui farmaci.

Il periodo di validità di un medicinale, che porta alla definizione della data di scadenza, è autorizzato sulla base della valutazione compiuta dagli esperti dell’Agenzia italiana del farmaco – riporta una nota dell’Aifa – sui valori (numeri e parametri ben precisi) derivanti dagli studi. Stesso discorso vale anche per le condizioni di conservazione autorizzate, che sono solo quelle per le quali esistono elementi a supporto.

Non è opportuno che sia il paziente a valutare se un farmaco scaduto sia utilizzabile o meno – precisa l’ente regolatorio – e quale sia la sua pericolosità considerando in autonomia il colore, l’odore o i cambiamenti nella consistenza. Col passare del tempo si può verificare infatti una degradazione del principio attivo che, oltre a inficiarne l’efficacia, può comportare rischi in termini di sicurezza.

La degradazione del principio attivo o degli eccipienti contenuti nel medicinale potrebbe mettere a serio rischio la vita del paziente, ad esempio per una reazione allergica fatale, già a dosi bassissime, causata dalle impurezze. Vale la pena ricordare che la data di scadenza si riferisce al farmaco conservato all’interno del suo contenitore integro e alle condizioni di temperatura e umidità standard, per cui un medicinale conservato per anni in casa, magari in maniera non corretta, si degraderà più velocemente.

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