Giovani, in ansia da gigabyte: 1 su 3 nel panico senza dati sullo smartphone

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La dipendenza da internet e da tutto quello che gli ruota attorno? È un fenomeno che coinvolge sempre più giovani, soprattutto tra i minorenni. È questa la conclusione a cui è arrivata una ricerca condotta da Skuola.net, Università di Roma ‘Sapienza’ e Università Cattolica di Milano per conto della Polizia di Stato, intervistando 6.671 giovani tra gli 11 e i 25 anni, che ha voluto indagare proprio come si comportano le nuove generazioni con lo smartphone tra le mani.

L’indagine è stata svolta all’interno della quinta edizione di Una Vita da Social, la campagna educativa itinerante per il corretto uso di Internet della Polizia Postale e delle Comunicazioni, arrivata alla tappa conclusiva oggi a Roma. In media, infatti, circa la metà degli studenti, siamo attorno al 45%, passa su Internet almeno 5-6 ore al giorno. Con la stessa intensità sia durante la settimana (quando dovrebbero essere più impegnati) che nel week-end.

Con picchi ancora più alti tra chi ha meno di 19 anni. E i risultati di questa attività si vedono eccome: potrebbe essere un caso ma i più attivi sono anche quelli che stentano negli studi, raggiungendo a fatica la sufficienza. Forse perché il loro pensiero è sempre concentrato su quello che sta succedendo online. Basta prendere una giornata tipo per capirlo: in base all’analisi, si stima che l’utente medio controlli tra le 10 e le 20 volte all’ora, in pratica fino a un check ogni 3 minuti, se gli sono arrivate, sullo smartphone o sul computer, nuove notifiche.

Inoltre, quando manca la connessione alla Rete, 1 intervistato su 5 dice di sentirsi a disagio, quasi in ansia. Ancora peggio quando il digital divide non dipende dall’assenza di segnale ma dall’esaurimento del traffico dati sul telefono: 1 su 3, quando finisce i gigabyte previsti dal proprio piano tariffario, entra nel panico dichiarando di attendere con trepidazione il momento in cui si rinnoverà l’offerta e riceverà di nuovo il ‘pieno’ di giga; magari agganciandosi a qualche rete Wi-Fi gratuita intercettata qua e là.

Ma c’è pure chi non ce la fa proprio ad aspettare: il 20% corre immediatamente ai ripari acquistando traffico supplementare. Ma come sfruttano le infinite vie del web gli adolescenti e i ragazzi un po’ più cresciuti? L’11% interroga soprattutto i motori di ricerca per approfondire dubbi e interessi. Il 10% si dedica ai giochi online o alle app per lo svago. Ma la parte del leone la fanno i social network: il 42% usa Internet prevalentemente per entrare sul proprio profilo social.

Oltre 6 giovani su 10, poi, pubblicano almeno un autoscatto a settimana sui vari social network. Nel 14% dei casi si sale fino ad uno al giorno. Nel 13% persino più volte nell’arco delle 24 ore. Lo strumento preferito per fare selfie? Naturalmente lo smartphone (con il 60% di consensi), seguito a lunga distanza dalla webcam (14%). Per condividere, però, bisogna essere sicuri che tutto sia perfetto; per questo la metà del campione, prima di postare un selfie ne scatta almeno quattro.

Mentre 1 su 3, se vede che non riceve abbastanza like, è molto propenso a cancellarlo. Una ricerca del consenso virtuale che, a volte, spinge a esagerare. Per stupire, qualcuno, mette addirittura a repentaglio la propria vita. È il cosiddetto fenomeno del ‘Daredevil selfie’, ovvero gli autoscatti in situazioni pericolose: il 35% dichiara di averci provato almeno una volta, prevalentemente alla guida del motorino o della macchina. Una foto che, poi, è stata condivisa sui social nel 53% dei casi. Un fenomeno che colpisce soprattutto gli studenti maschi, sia quelli con scarso rendimento scolastico sia quello con ottimo profitto.

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