Il glifosato “è in grado di alterare alcuni parametri biologici di rilievo” come quelli riproduttivi e del microbioma intestinale. Sono le conclusioni di uno studio condotto dall’Istituto Ramazzini presentati oggi al Parlamento europeo insieme al Gruppo dei Verdi.
Nello studio, che vede coinvolte università e istituti americani e italiani e sarà pubblicato alla fine del mese sulla rivista Environmental Health, il glifosato e il suo formulato Roundup sono stati testati a dosi ritenute sicure, come la dose giornaliera ammissibile (Dga) attualmente consentita negli Stati Uniti, pari a 1,75 microgrammi al chilo di peso corporeo. In Europa la Dga è fissata a 0,5 mg/kg.
“Al momento non abbiamo dati per affermare se il glifosato sia cancerogeno o meno – ha dichiarato la direttrice dell’area ricerca dell’Istituto Ramazzini Fiorella Belpoggi – ma alla luce di questi risultati è assolutamente necessario approfondire l’indagine”.
L’Istituto ha fatto partire una campagna di raccolta fondi per “acquisire dati indipendenti sulla cancerogenesi” in modo che tra 5 anni, quando scadrà l’attuale licenza del glifosato, il Parlamento Europeo possa “prendere decisioni basate su solide basi scientifiche indipendenti”.