Aqua Italia (federata Anima – Confindustria) dal 2006 commissiona biennalmente ad Istituti indipendenti di ricerca lo studio sulla propensione al consumo di acqua del sindaco in Italia. Dalla ricerca 2018, realizzata da Open Mind Research, emerge che in Lombardia l’80,4% della popolazione italiana ha bevuto acqua del rubinetto (trattata e non) negli ultimi 12 mesi. Questa regione si aggiudica così il 4° posto seguendo, in ordine ascendente, Lazio, Emilia Romagna e Triveneto. Tra tutti coloro che la bevono il 44% dichiara di farlo sempre o quasi sempre. I motivi che spingono gli italiani a berla sono la comodità (31,6%), seguita dalla bontà (24,3%) e il minor costo rispetto all’acqua in bottiglia (17,8%).
Nel 21% dei casi si rileva la presenza di almeno un sistema di affinaggio dell’acqua (trend in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2016). Tra questi sistemi, il 6,9% è rappresentato dalle caraffe filtranti (erano il 4,2% nel 2016), il 5,7% dai sistemi con filtro per l’eliminazione del cloro e il 4,1% dai sistemi per la refrigerazione o gasatura. Di questi il 18,8% ha dichiarato di aver sottoscritto un abbonamento di manutenzione periodica.
Inoltre, si è indagato su quanto i lombardi siano propensi a bere acqua trattata del rubinetto fuori casa. Il 19,2% degli intervistati la beve negli esercizi commerciali e il 49,7% la berrebbe se gliela offrissero. Si è anche chiesto quanti conoscano il servizio offerto dai Chioschi dell’acqua che mettono a disposizione dei cittadini acqua potabile trattata o non trattata, refrigerata o addizionata di anidride carbonica. La usa/userebbe il 44,6% degli intervistati e il 69,8% sa se il Comune di residenza offre o meno il servizio: nel 61,4% dei casi il Comune aderisce all’iniziativa.
Per la prima volta, infine, si è indagato sulla preoccupazione degli italiani nei confronti della presenza di sostanze contaminanti nell’acqua del rubinetto. Il 57,7% si è dichiarato preoccupato e solo l’8,7% si è dichiarato non preoccupato.