La malaria ha un odore che può aiutare a riconoscere l’infezione anche nei pazienti senza sintomi. La scoperta -pubblicata su ‘Pnas’ a firma di un gruppo del Politecnico federale di Zurigo, in Svizzera- potrebbe portare alla messa a punto di un test relativamente semplice per la diagnosi della malattia veicolata dalle zanzare, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità colpisce oltre 200 milioni di persone all’anno nel pianeta con centinaia di migliaia di morti, il 90% dei quali sono bimbi minori di 5 anni.
In molti casi le persone infettate dal plasmodio responsabile della malaria non presentano segni patologici, ma “sono proprio questi i pazienti chiave sui quali agire per fermare il propagarsi della malattia”, spiega Consuelo De Morales, docente di biocomunicazione ed entomologia dell’ateneo elvetico. In collaborazione con colleghi del Centro di fisiologia degli insetti ed ecologia di Nairobi in Kenya, usando come ‘nasi di laboratorio’ gas cromatrografi e spettrometri di massa, gli studiosi hanno esaminato i composti chimici volatili emessi dalla pelle di oltre 400 bimbi del Paese africano.
E’ stato così possibile identificare degli odori-spia differenti nei piccoli con malaria acuta, in quelli con forme silenziose e in quelli sani. L’idea dell’esperimento è nata perché, in ricerche precedenti condotte sui topi, gli scienziati aveva dimostrato che alcuni cambiamenti di odore associati alla malaria rendevano le persone infettate più attrattive per le zanzare, il che contribuiva ad alimentare il contagio. “Questi risultati – afferma De Morales – ci autorizzavano a sperare che simili variazioni olfattive potessero fornirci uno strumento utile per la diagnosi”. Il nuovo studio lo ha confermato.