Un chiodo sulla spalla destra e’ l’unico corredo funebre dell’uomo sepolto nella tomba a Civita Giuliana. Insieme con il calco del cavallo, questa scoperta, effettuata nell’area recentemente indagata dalla Soprintedenza del Parco Acheologico di Pompei, e illustrata questa mattina dal direttore generale Massimo Osanna, solleva tanti interrogativi.
Primo tra tutti quello dell’epoca in cui la tomba sarebbe stata edificata: dopo il 79 dopo Cristo, certamente, quindi dopo l’eruzione che fece strage della popolazione e seppelli’ l’intera citta’ di Pompei.
“Segno che anche dopo l’eruzione, qui si continuava a coltivare e a vivere producendo anche sopra la coltre di cenere e lapilli che aveva coperto e distrutto la citta’ intera” ha spiegato Osanna. Si presume, addirittura, che le tegole che fanno da copertura alla tomba siano state recuperate dai tetti delle abitazioni affioranti dallo strato eruttivo che le aveva sommerse.
E’ la cinica legge della sopravvivenza che il ritrovamento della tomba – databile tra il 79 d.C. e il III secolo, comunque in epoca imperiale – ha fatto immaginare: una Pompei nuovamente ripopolata, anche dopo che la strage provocata dal Vesuvio nel 79 dopo Cristo, l’aveva ridotta a uno sterminato cimitero alle falde del vulcano. Il secondo quesito si pone in merito al significato di quel chiodo che e’ stato custodito per millenni sull’omero del defunto sconosciuto.
“Probabilmente voleva dire: qui devi restare inchiodato e mai oltrepassare l’oltretomba” ha ipotizzato Osanna. Del defunto ora si sa che era un maschio maturo, dall’aspetto vigoroso, alto oltre 1,75 cm e che avrebbe dovuto avere tra i 40 e i 55 anni. Le prime analisi hanno, tra l’altro, messo in evidenza un’anomala usura dentaria con utilizzo extramasticatorio degli incisivi anteriori; probabile presenza di patologie e anomalie genetiche che andranno indagate con analisi specialistiche.