La pelle si libera dai segni della psoriasi entro un mese, grazie a un’iniezione che il paziente si fa da solo a casa ogni 4 settimane, e si mantiene “pulita” per 3 anni: questo risultato è dimostrato dallo studio “Unicover-3” sull’anticorpo monoclonale ixekizumab di Eli Lilly, presentato oggi al 93° Congresso nazionale della Sidemast, la Società italiana di dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle malattie sessualmente trasmesse, in corso a Verona.
Il farmaco protagonista del trial agisce sull’interleuchina 17A, fattore chiave nella psoriasi, inattivandone la capacità di accendere e far progredire la malattia. Unicover-3, di fase clinica III, viene descritto come “il primo studio su 3 anni con un risultato di efficacia così elevato“. Sono stati coinvolti e monitorati più di 1.300 pazienti con psoriasi a placche da moderata a grave, che “in oltre l’80% dei casi hanno ottenuto risultati più che soddisfacenti a 156 settimane rispetto agli indici Pasi 90 e Pasi 100, i ‘misuratori’ di risposta terapeutica più elevata per la psoriasi“. Ma l’efficacia prolungata senza cali di prestazione “non è il solo dato positivo: lo studio ha evidenziato anche un elevato profilo di sicurezza, ovvero massima tollerabilità con modesti effetti collaterali, e di ‘convenienza’, mantenendo cioè i risultati promessi con una sola iniezione autosomministrabile dal paziente al proprio domicilio, visibili già dopo 2-4 settimane dal primo utilizzo rispetto alle 24 settimane di altre terapie simili“. Per il paziente questo significa “confortevolezza per la risposta visiva immediata, facilità di impiego, riduzione del tempo da dedicare alla terapia, tranquillità terapeutica priva di rischi e/o eventuali complicanze: in una parola migliore aderenza terapeutica, di norma difficile nel lungo periodo“.
Per Giampiero Girolomoni, direttore della Clinica dermatologica dell’università di Verona e presidente del Congresso Sidemast, “abbiamo a disposizione una cura, già molto efficace su 2 anni, ora con risultati mantenuti a un livello costante per un tempo di almeno 3 anni. Sono questi i due target più significativi dimostrati dallo studio Unicover-3“, randomizzato, controllato, in doppio cieco.
Può capitare che una terapia, specie se mirata al controllo e alla risposta di malattie infiammatorie come anche la psoriasi, possa subire nel tempo una riduzione di efficacia, esponendo il paziente a una riacutizzazione o a una ripresa della problematica. “La ragione di questo calo terapeutico non è ancora nota – spiega Girolomoni – ma si ipotizza che possa dipendere dal cambiamento di alcuni meccanismi della malattia stessa, che evolvono o variano con il passare del tempo. Da oggi non sarà più cosi“, perché “sin dalla prima settimana i pazienti coinvolti nello studio hanno riscontrato dati positivi su tutti gli endpoint primari rispetto ai comparatori, con un miglioramento significativo del 90% e 100% dell’indice Pasi, raggiunto da oltre l’80% dei pazienti. La cura, che ripulisce la pelle in un tempo ridottissimo, pari a circa 2 settimane ed entro le 4, è stata inoltre apprezzata per la comodità e la semplicità d’uso“. “C’è stata soddisfazione – precisa Girolomoni – anche per le risposte Pasi 75 e sPga, due altri indicatori di efficacia, mantenuti a 3 anni da oltre il 90% dei pazienti in terapia. Un ulteriore dato a favore della molecola riguarda il profilo di sicurezza, dimostratosi in linea con quello degli studi precedenti, senza tuttavia evidenziare nuove ‘garanzie’ di sicurezza né effetti collaterali particolari. La somma di questi fattori positivi candidano questa cura tra le migliori opzioni terapeutiche di prima linea nel trattamento delle forme avanzate di psoriasi“.