“La proposta di direttiva sulla qualità delle acque per il consumo umano nasce da una mobilitazione popolare senza precedenti, con quasi 2 milioni di cittadini europei intervenuti per chiedere all’Unione di garantire un accesso sufficiente all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari per tutti“: lo ha spiegato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, a Lussemburgo per partecipare al Consiglio Ambiente dell’Unione Europea dove è in discussione, tra gli altri temi, l’aggiornamento della direttiva sull’acqua potabile, a seguito dell’iniziativa dei cittadini europei ‘Right2Water’. Secondo il ministro “è doveroso che intervenga l’Unione europea con una direttiva specifica. Se non lo facesse, verrebbe vanificata la richiesta dei cittadini”. Il ministro dell’Ambiente sottolinea l’opportunità che la fornitura di acqua potabile e la gestione delle risorse idriche non siano soggette alle ‘logiche del mercato unico’, e che i servizi idrici siano esclusi da qualsiasi forma di liberalizzazione, ”perché l’acqua è un bene comune ed in quanto tale non oggetto di mercificazione”. ”Per garantire l’accesso all’acqua quale bene naturale e diritto umano universale, le acque superficiali e sotterranee non devono essere ‘mercificate’. Bisogna favorire il governo pubblico e partecipativo dell’intero ciclo integrato dell’acqua. I privati coinvolti nella fornitura, gestione e distribuzione dell’acqua dovrebbero perciò essere adeguatamente monitorati dalle autorità competenti, e il pubblico dovrebbe avere accesso a tutte le informazioni e dati ambientali”.