Un totale di 25 persone hanno perso la vita e oltre 3.000 hanno bisogno di assistenza medica, in seguito alla violenta eruzione del Volcán de Fuego, in Guatemala, che ha emesso una colonna di cenere che ha superato i 9 km di altezza. Gli esperti hanno avvisato che l’aumento dei livelli dell’attività sismica intorno all’Anello di Fuoco potrebbe essere una premessa di terremoti violentissimi e ulteriori eruzioni.
Il 2018 ha già visto le eruzioni del vulcano Cleveland sulle isole Aleutine, del Monte Mayon nelle Filippine e più recentemente del vulcano Kilauea alle Hawaii, anche se quest’ultimo non è considerato parte dell’Anello di Fuoco.
Inoltre, oltre 180 persone sono state ferite e 17 uccise dopo che un terremoto di magnitudo 6.4 ha colpito la costa orientale del Taiwan il 6 febbraio. Sempre a febbraio, il territorio insulare americano di Guam è stato colpito da una serie di scosse che hanno raggiunto magnitudo di 5.7. 3 terremoti hanno colpito il Giappone nello stesso mese, la più forte delle quali ha avuto una magnitudo di 4.8. Ieri, 3 giugno, la California è stata colpita da due terremoti di piccola intensità.
Un messaggio del Servizio Geologico statunitense (USGS) su Twitter riporta: “Tutto ciò che succede sull’Anello di Fuoco non è improvviso. Le Hawaii stanno avendo un periodo più attivo di eruzione durante un episodio eruttivo lungo tre decenni, che è normale. E in ogni momento, circa 60 vulcani eruttano nel mondo. Anche questo è normale!”.
National Geographic spiega che l’Anello di Fuoco è il risultato della tettonica a placche. Le placche tettoniche sono enormi placche di crosta terrestre che si incastrano come pezzi di un puzzle. Le placche non sono fisse ma si muovono costantemente sopra uno strato di roccia solida e fusa, chiamato mantello. A volte, queste placche entrano in collisione, si separano o scivolano l’una accanto all’altra. La maggior parte dell’attività tettonica nell’Anello di Fuoco si verifica in queste zone attive geologicamente.