La notizia arriva subito dopo l’annuncio che il rover Curiosity della NASA ha individuato molecole organiche sulla superficie del Pianeta Rosso: una ricerca della Purdue University, pubblicata su “Icarus“, ha ricostruito l’identikit del giovane Marte, circa 3.7 miliardi di anni fa. Si è scoperto che il Pianeta Rosso era un luogo freddo e ghiacciato, ma con sistemi idrotermali potenzialmente favorevoli alla vita: tale conclusione segue l’analisi delle immagini della regione Sisyphi Planum, che un tempo era caratterizzata da vulcani attivi sotto il ghiaccio.
La ricerca si è soffermata sul periodo compreso tra il tardo Noachiano (fra 4,1 miliardi e 3,7 miliardi di anni fa) e l’inizio dell’Esperiano (tra 3,7 e 3 miliardi di anni fa), grazie all’analisi delle immagini catturate dallo spettrometro Crism (Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars) a bordo della sonda MRO della Nasa. Crism, nella regione Sisyphi Planum, ha consentito di individuare tre distinte combinazioni di minerali, a base di zolfo, gesso e una miscela di ossidi. Secondo i ricercatori tali minerali sono il prodotto dell’interazione tra lava calda e ghiaccio e sono simili a quelli che sulla Terra si formano in queste condizioni. La conclusione è che “in questa regione potrebbero esserci stati anche sistemi idrotermali in grado di rendere l’ambiente abitabile, ossia favorevole alla vita“, spiegano gli autori dello studio.