«L’Industria si conferma il settore maggiormente sensibile nell’intraprendere azioni di efficientamento energetico, traendone un immediato beneficio economico e allo stesso tempo contribuendo al miglioramento dell’ambiente». Sono queste le valutazioni del centro studi Avvenia, società del gruppo Terna che si occupa di servizi energetici per il sistema produttivo e per il terziario nazionale, a margine della recente presentazione del 7° rapporto annuale sull’Efficienza Energetica dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
«I risultati del 2017 sono estremamente importanti e meritano una riflessione ulteriore: dei 5,8 milioni di titoli di efficienza energetica (‘certificati bianchi’) emessi in Italia, quelli rilasciati in ambito industriale ammontano a 3,6 milioni, ovvero quasi due terzi del totale (62%). Il ricorso crescente ad interventi di efficientamento nel mondo produttivo è riscontrabile ulteriormente nel dato sui consumi finali di energia. Se è vero che nel 2017 si utilizza più energia nell’industria (+1.5%) rispetto all’anno precedente, si riscontra però una minore incidenza dei comparti energivori, come metallurgico e chimico-farmaceutico, che da soli rappresentano il 60% dei consumi finali dell’Industria. E’ proprio in questi settori che l’aumento di interventi di efficientamento viene confermato anche da Avvenia attraverso un incremento di servizi resi a favore di importanti soggetti industriali italiani».
«Dal rapporto Enea – continua Avvenia – si evincono numerosi dati in grado di ribadire la centralità degli interventi di efficientamento nel mondo produttivo: negli ultimi sedici anni, tra il 2000 e il 2016, l’industria ha contribuito in misura doppia al miglioramento energetico rispetto al residenziale, attestandosi al 20,7%. Numeri incoraggianti anche sulla spesa per Ricerca e Sviluppo in ambito energetico, che nel 2015 in Italia ha visto una impennata del 65% rispetto al 2014, attestandosi a 1,5 miliardi di euro, con l’efficienza energetica a rappresentare ben il 54% di questa cifra».