Cinghiali, la Codiretti Calabria: “La Regione consenta il prelievo agli agricoltori”

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“La strada per contenere la presenza dei cinghiali, c’è. La presenza invasiva di questi animali è un vero e proprio flagello per l’agricoltura, per l’incolumità e la sicurezza dei cittadini nonché serbatoio epidemiologico tanto è che la loro presenza costituisce un ostacolo all’eradicazione di alcune infezioni, quali la tubercolosi e brucellosi estremamente pericolose per gli allevamenti zootecnici e per la salute umana”. E’ quanto si afferma in una nota di Coldiretti Calabria.

“Alla luce di queste ormai accertate condizioni – afferma Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria – propone e sollecita il presidente Oliverio, che, analogamente a quanto già fatto dalla Regione Lombardia e replicato in altre regioni, che la Giunta regionale adotti un provvedimento che autorizza, per tutto l’anno l’abbattimento dei cinghiali da parte degli agricoltori, provvisti di regolare licenza di caccia. Di fatto come risposta immediata all’emergenza, con la delibera di Giunta si riconosce la possibilità ai proprietari e conduttori di terreni agricoli titolari di licenza di caccia l’autorizzazione annuale al prelievo venatorio del cinghiale per esercitare una facoltà di legittima difesa in presenza di minime condizioni che semplificano il precedente approccio burocratico”.

“I numeri – aggiunge Molinaro – la dicono lunga sulla necessità di innalzare il livello di allerta e programmare efficaci attività di contrasto poiché ormai è a repentaglio l’attività degli imprenditori agricoli che vivono un quotidiano stato di malessere che giorno per giorno cresce in misura esponenziale e la preoccupazione aumenta se si considera anche la capacità di adattamento dei cinghiali ai cambiamenti ambientali, dato che sono comparsi anche in aeree da cui risultavano assenti da anni e stanno mettendo a rischio la stessa presenza e il lavoro degli agricoltori. E’ una situazione insostenibile e considerevoli sono i danni arrecati, che va affrontata di petto poiché sta provocando l’abbandono delle aree interne, con problemi sociali, economici e ambientali”. 

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