Aqua Italia (federata Anima – Confindustria) dal 2006 commissiona biennalmente ad Istituti indipendenti di ricerca lo studio sulla propensione al consumo di acqua del sindaco in Italia. Dalla ricerca 2018, realizzata da Open Mind Research, emerge che in Abruzzo, Molise, Campania e Puglia il 67% della popolazione italiana ha bevuto acqua del rubinetto (trattata e non) negli ultimi 12 mesi (in aumento di 6 punti percentuali rispetto al 2016). Tra tutti coloro che la bevono il 40,9% dichiara di farlo sempre o quasi sempre. I motivi che spingono gli italiani a berla sono la comodità (31,7%) seguita dalla bontà (20,5%).
Nel 22,9% dei casi si rileva la presenza di almeno un sistema di affinaggio dell’acqua (nel 2016 era il 15,5%). Tra questi sistemi, il 12% è rappresentato dagli apparecchi per l’eliminazione del cloro o altre sostanze indesiderate (percentuale raddoppiata in 2 anni) seguiti dalle caraffe filtranti che si attestano al 6,7%. Di questi il 16,5% ha dichiarato di aver sottoscritto un abbonamento di manutenzione periodica.
Inoltre, si è indagato su quanto in queste regioni i cittadini siano propensi a bere acqua trattata del rubinetto fuori casa. Il 28,6% degli intervistati la beve negli esercizi commerciali e il 40,5% la berrebbe se gliela offrissero. Si è anche chiesto quanti conoscano il servizio offerto dai Chioschi dell’acqua che mettono a disposizione dei cittadini acqua potabile trattata e non, refrigerata o addizionata di anidride carbonica. I cittadini che usano/userebbero il servizio sono il 54,7% degli intervistati. In particolare poi, il 61,8% sa se il Comune di residenza offre o meno il servizio: nel 40,2% dei casi il Comune aderisce all’iniziativa.
Per la prima volta, infine, si è indagato sulla preoccupazione dei residenti nei confronti della presenza di sostanze contaminanti nell’acqua del rubinetto. Il 50,7% si è dichiarato preoccupato e il 4% si è dichiarato non preoccupato.