I politici dell’opposizione in Guatemala vogliono le dimissioni del capo della Conred, l’Agenzia di risposta alle emergenze. Sostengono che la Conred non abbia prestato attenzione alle allerte preventive sulla letale eruzione di domenica 3 giugno del vulcano de Fuego. C’è chi chiede che il governo indaghi se si sia trattato o meno di negligenza criminale.
I villaggi ai piedi del vulcano sono stati sepolti sotto la cenere vulcanica e il fango dopo l’eruzione. Le seguenti eruzioni minori e le alte temperature dei detriti di roccia e fango hanno reso estremamente difficile il lavoro dei soccorritori. 99 sono le vittime accertate della catastrofe e quasi 200 i dispersi. Oltre 1,7 milioni di persone sono state influenzate dall’eruzione, con oltre 3.000 che sono state evacuate.
Ma di cosa è accusata l’Agenzia delle emergenze? L’argomento si snoda intorno ad una domanda fondamentale: l’ordine di evacuazione è stato dato in maniera chiara e con preavviso sufficiente prima dell’eruzione del vulcano?
È stato dimostrato che un Tweet di Conred alle 11 del 3 giugno riportava che non era ancora necessario evacuare: poco prima delle 12 si sarebbe verificata la catastrofe. L’organizzazione ha negato di essere responsabile e sostiene che quando ha emanato gli ordini, sono stati ignorati.
Dei 99 corpi estratti, solo 25 sono stati identificati. Le ricerche vanno avanti, ma si teme che la pioggia possa causare nuove frane di fango vulcanico. Nel frattempo, il vulcano continua ad emettere cenere e rocce. L’Insivumeh fa sapere che “l’attività continua e la possibilità di nuovi flussi piroclastici nelle prossime ore o giorni non può essere esclusa”.