Eruzione Vulcano Guatemala: tutta la desolazione di San Miguel Los Lotes, mentre forti Lahar ed emissioni di gas fanno ancora paura [FOTO e VIDEO]

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MeteoWeb

L’Agenzia Nazionale per la Riduzione dei disastri (Conred) osserva un’emissione di gas dal vulcano de Fuego che raggiunge i 4,4 km sopra il livello del mare. Il vulcano, che ha devastato parte del Guatemala nella tremenda eruzione del 3 giugno, continua a produrre tra le 7 e le 9 esplosioni di debole intensità.

A causa della costante pioggia nell’area, si continuano a registrare pericolosissime e simultanee discese di Lahar (valanghe di cenere incandescente, fango e detriti) lungo diverse gole del vulcano. Le ultime valanghe di cui l’Istituto Nazionale di sismologia, vulcanologia, meteorologia e idrologia (Insivumeh) ha dato informazioni avevano tra i 30 e i 45 metri di ampiezza e 3 metri di altezza. Questi Lahar sono in grado di trasportare rami e alberi, nonché rocce di tre metri di diametro. A causa delle recenti eruzioni, tutto il materiale è incandescente ed emana vapore e odore di zolfo.

L’Istituto Nazionale delle Scienze Forensi del Guatemala (INACIF) ha informato che fino a ieri sono stati consegnati ai familiari 66 cadaveri identificati. A causa delle piogge nell’area e della conseguente minaccia di Lahar, i soccorritori sono spesso costretti ad interrompere le ricerche delle vittime nelle aree più colpite.

Tra queste, la comunità di San Miguel Los Lotes, che in pochi istanti quel 3 giugno è passata dall’essere una comunità piena di vita ad un villaggio fantasma, come mostrano le immagini del video in fondo e della gallery a corredo dell’articolo.

Un ambiente desolato che diventa inquietante al solo pensiero che in quella zona, sotto milioni di metri cubi di cenere e detriti vulcanici, si trovano decine, se non centinaia, di cadaveri sepolti dall’eruzione. Nella zona si sente solo il canto degli uccelli e il rumore dello scorrere dell’acqua della pioggia che si accumula sulle montagne. Dal terreno emerge vapore, probabilmente a causa dell’acqua che fluisce sottoterra e che evapora al contatto con il materiale ancora incandescente.

In mezzo al forte odore provocato dalla naturale decomposizione dei corpi, si possono osservare resti di cibo o recipienti, insieme agli strumenti che vengono utilizzati dai soccorritori per le operazioni di ricerca. Anche il vento ci mette del suo, facendo muovere le lamiere dei tetti. A volte si osservano alcuni animali da cortile nelle aree delle case che non sono state completamente inondate dalla cenere.

Nonostante le condizioni pericolose, i sopravvissuti non intendono abbandonare le ricerche dei propri cari, per i quali sono disposti a scavare tutti i giorni dalle 6 della mattina tra i detriti che hanno sepolto le case, grazie a macchinari forniti da imprese private.

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