Eruzione Vulcano Guatemala, morte altre due persone a causa delle gravi ustioni: 112 vittime accertate [GALLERY]

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Una bambina e un uomo, rimasti ustionati a causa dell’eruzione del vulcano de Fuego in Guatemala, il 3 giugno scorso, sono deceduti nelle strutture ospedaliere in cui erano ricoverati, facendo salire il numero delle vittime accertate a 112.

La bambina, di cui non sono stati forniti ulteriori dati, si trovava nell’ospedale pediatrico Shriners della città di Galveston, in Texas, dove sono ricoverati anche altre 6 vittime dell’eruzione. “La minore è deceduta a causa della gravità delle ustioni alle vie respiratorie”, ha dichiarato il Ministero della Salute.

Sempre a causa delle gravi ferite riportate, uno dei sei adulti in cura presso l’Instituto Nacional de Rehabilitación y Atención a Quemados de México ha perso la vita. La vittima, 43 anni, era l’unico sopravvissuto della sua famiglia, rimasta intrappolata dalla nube di cenere e gas espulsa dal gigante vulcanico.

Dopo quasi 3 settimane di intense ricerche, l’Agenzia Nazionale per la Riduzione dei Disastri ha deciso la loro sospensione poiché la zona colpita è considerata inabitabile e ad alto rischio. La catastrofe lascia così centinaia di corpi sotterrati dal materiale vulcanico, 112 persone morte, 197 dispersi, 57 feriti, 571 persone alloggiate in alberghi e 186 case distrutte.

Anche se l’evento ha avuto una portata ed un effetto devastanti, ora offre nuove opportunità per ricominciare una vita che si è fermata alla catastrofe del 3 giugno. I piani di ricostruzione sono già sul tavolo dei tecnici. Le aree più colpite sono state dichiarate inabitabili e probabilmente saranno trasformate in un santuario in memoria delle vittime.

Dal punto di vista della produzione, invece, con il trascorrere degli anni l’area potrebbe recuperare la sua vocazione agricola. I terreni vulcanici sono ricchi di fosforo e altri minerali che consentono una produzione di qualità. Si tratta di un piano che potrà essere sviluppato solo con l’appoggio da parte dello stato. La fase di ricostruzione, invece, sarà una fonte di impiego per i residenti, che potrebbe smuovere l’economia locale e la produttività.

Non bisogna dimenticare, però, uno degli effetti a breve termine dell’eruzione: le migrazioni delle famiglie colpite che lasciano la zona per una ragione principale, ossia la perdita delle loro case. Un altro impatto diretto sui residenti è l’assenza di entrate economiche a causa della perdita dei mezzi di produzione, come coltivazioni, commercio e altre attività di sostentamento.

Intanto, continuano le pericolose discese di materiale lungo le pendici del vulcano: l’ultimo bollettino dell’Istituto Nazionale di sismologia, vulcanologia, meteorologia e idrologia risale alle 14:15 (ora locale) di ieri, 20 giugno, e riporta la discesa di due Lahar aventi un’ampiezza di 25-30 metri e un’altezza di 3 metri. Il materiale di queste valanghe, che trasportano rocce di 3 metri di diametro, rami e tronchi di alberi, è fine, pastoso e allo stesso tempo incandescente per effetto dell’ultima eruzione.

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