Quali sono i segreti di una memoria prodigiosa, ‘resistente’ agli anni che passano? Potrebbe dipendere da un gene che caratterizza i ‘SuperAgers’, ovvero individui che, invecchiando, non perdono le loro capacità di memoria e ragionamento.
Lo spiegano i ricercatori del Translational Genomics Research Institute (TGen) e della Northwestern University, queste persone hanno infatti una marcia in più di tipo genetico rispetto alla popolazione che invecchia normalmente.
Recenti studi hanno dimostrato che i SuperAgers hanno meno atrofia cerebrale e meno cambiamenti patologici associati al morbo di Alzheimer. Ora, il nuovo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscience, mostra che gran parte di questo ‘aiutino’ viene fornito da una variazione genetica.
I ricercatori hanno sequenziato i genomi di 56 SuperAgers, definiti come individui di eta’ pari o superiore a 80 anni che hanno ottenuto, nei test di memoria, valori pari o superiori alla media degli adulti di eta’ compresa tra 50 e 65 anni.
Li hanno quindi confrontati con un gruppo di controllo di 22 persone di pari età che hanno ottenuto un punteggio nella media. Hanno scoperto così che i SuperAgers hanno cambiamenti genetici nel gene MAP2K3.
Il risultato lascia sperare per il futuro: “gli inibitori di questo gene possono rappresentare una nuova strategia terapeutica per potenziare le capacita’ cognitive e difenderle dall’Alzheimer”, spiega l’autrice senior dello studio Emily J. Rogalski, professore associato del Mesulam Cognitive Neurology and Alzheimer’s Disease Center della Northwestern.