Psicologia: bimbi più pazienti oggi di 50 anni fa

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I bimbi di oggi sono più viziati di quelli di un tempo? Probabile, ma sono anche più pazienti. Lo rivela il “test del marshmallow”, che negli anni ’60 aveva mostrato come la maggior parte dei bambini in età prescolare preferisse divorare subito il goloso dolcetto piuttosto che aspettare diversi minuti per ottenerne due.

Ebbene, oggi i bimbi sembrano in grado di ritardare la gratificazione molto più a lungo pur di ottenere una ricompensa extra. Almeno secondo un nuovo studio pubblicato dall’American Psychological Association su ‘Developmental Psychology’.

“Anche se viviamo in un’epoca di gratificazione istantanea, in cui tutto sembra essere disponibile immediatamente, magari tramite smartphone o Internet, il nostro studio suggerisce che i bambini di oggi possono” pazientare “più a lungo di quelli degli anni ’60 e ’80”, ha detto la psicologa dell’Università del Minnesota Stephanie M. Carlson, responsabile dello studio. “Questa scoperta è in netto contrasto con l’assunzione, da parte degli adulti, che i bambini di oggi abbiano meno autocontrollo rispetto alle generazioni precedenti”, ha aggiunto.

L’originale test del marshmallow era stato condotto dai ricercatori guidati da Walter Mischel, poi alla Stanford University. Erano stati eseguiti una serie di esperimenti in cui – ai bambini tra 3-5 anni – era stato offerto un regalo che potevano mangiare immediatamente (per esempio, un marshmallow, un biscotto o un pretzel) o un premio più grande (un altro marshmallow, biscotto o pretzel) se aspettavano.

I ricercatori avevano quindi lasciato la stanza per vedere per quanto tempo i bambini avrebbero aspettato, guardandoli di nascosto da dietro un finto specchio. La capacità ‘pazientare’ nella prima infanzia è stata associata a una serie di esiti positivi nell’adolescenza e oltre.

Da una maggiore competenza accademica a un peso più sano, fino ad un’efficace gestione dello stress e della frustrazione. Carlson e i suoi colleghi hanno esaminato i risultati del test originale, nonché le repliche condotte negli anni ’80 e nei primi anni 2000.

A dispetto delle aspettative, i bambini che hanno partecipato ai loro studi negli anni 2000 hanno aspettato in media due minuti in più (per un periodo di 10 minuti) rispetto a quelli degli anni ’60, e un minuto in più rispetto a quelli testati negli anni ’80. E questo anche se gli adulti di oggi pensavano che i piccoli moderni sarebbero stati più impulsivi e meno capaci di aspettare rispetto ai coetanei delle generazioni precedenti, spiega Carlson, dopo aver condotto un sondaggio online su 358 adulti statunitensi.

“I nostri risultati sono un esempio di come l’intuizione possa essere sbagliata e di quanto sia importante fare ricerca“, ha sottolineato Yuichi Shoda dell’Università di Washington, co-autore dello studio. “Se non avessimo sistematicamente raccolto i dati in questo tipo di esperimento e se non li avessimo analizzati, non avremmo rilevato questi cambiamenti”. Paradossalmente, nell’aumentata pazienza e capacità di ritardare la gratificazione dei piccoli può aver avuto un ruolo anche l’uso di tablet e schermi, ipotizzano gli autori.

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