Un italiano su due reputa che il numero di infermieri sia insufficiente per garantire l’assistenza. Non solo in ospedale ma anche sul territorio, dove l’84% vorrebbe avere uno di questi professionisti negli istituti scolastici, l’86% vorrebbe avere la possibilità di consultare un infermiere esperto in trattamento di ferite lesioni cutanee, il 78,6% vorrebbe contare su un infermiere di famiglia comunità e 65,5% vorrebbe essere assistito da un infermiere nella farmacia dei servizi.
Sono i dati partire emersi dall’Osservatorio civico sulla professione infermieristica, in base ai quali oggi Cittadinanzattiva-Tdm ha consegnato oggi alla Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche (Fnopi) 11 proposte per rafforzare il ruolo degli infermieri sia all’interno delle équipe e nei confronti degli altri professionisti sanitari, sia nei confronti del cittadino, individuando modalità che permettano di farsi conoscere meglio.
I cittadini – secondo la fotografia tracciata dall’Osservatorio – reputano il lavoro degli infermieri positivo, ma temono anche che il tempo dedicato all’assistenza venga meno a causa delle attività burocratiche (51,3%). Un paziente su quattro, infatti, segnala poca empatia e disponibilità all’ascolto e più di uno su tre vorrebbe maggiore integrazione con le altre figure sanitarie.
Dall’Osservatorio emerge che in futuro il Servizio sanitario nazionale “non potrà fare a meno di professionisti capaci di rispondere ai nuovi bisogni di salute – spiega il rapporto – tanto più che sono i cittadini a chiederlo, gli stessi che vivono sulla propria pelle l’impegno profuso di tali professionisti ad evolvere le competenze in funzione di ciò che occorre concretamente ai pazienti”.
Per i cittadini gli infermieri sono una risorsa sulla quale il Ssn può e deve investire di più, per garantire maggiore accesso, qualità e sicurezza delle cure. In 4 casi su 5 i cittadini riconoscono facilmente gli infermieri tramite elementi identificativi (86,86%) e vedono tutelata la propria privacy nel 70,40% delle situazioni. La gentilezza e cortesia durante l’assistenza è riferita nell’88,34% dei casi, mentre valori più bassi si riscontrano su empatia e disponibilità all’ascolto che comunque registrano un discreto 72,24%.