Trapianti, il ginecologo: “Una donna su 5.000 nasce senza utero”

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“Circa una donna su 5mila nasce con una malformazione congenita per cui l’utero è assente. Poi si aggiungono tutte quelle che per una malattia devono subire l’asportazione dell’organo, oppure ne perdono la funzionalità. In Europa si parla di decine di migliaia di donne e anche in Italia sarebbero molte le potenziali nuove candidate a un trapianto di utero”. A illustrarlo all’Adnkronos Salute è Luca Gianaroli, direttore scientifico del centro Sismer di Bologna, città dove oggi è nato il primo bimbo concepito a seguito di una donazione di utero fra sorelle gemelle.

“A 38 anni – spiega Gianaroli – la paziente ha potuto esaudire il suo desiderio di maternità. La sorella gemella omozigote, già madre di 3 figli, le ha donato l’utero: in questo tipo di procedura si opta infatti sempre per organi che hanno già dimostrato la loro capacità di portare a termine una gravidanza. A seguito dell’operazione chirurgica si è proceduto con il trasferimento di embrioni della coppia, ottenuti in precedenza con una stimolazione ormonale: pur in assenza dell’utero, le ovaie della donna erano infatti perfettamente funzionanti. Una volta fecondati gli ovuli con il seme del marito, gli embrioni sono stati crioconservati. Il ‘nuovo’ utero è stato poi trattato per migliorarne la ricettività e, al secondo tentativo di transfer, la donna è rimasta incinta. Devo dire che questo caso ha portato in tutti noi una emozionante carica emotiva, sia per il gesto amorevole fra sorelle, sia per il fatto che un team medico di 4 Paesi diversi si è unito portando a termine un obiettivo unico”.

Il programma di trapianti di utero coordinato da Mats Brännström, autore della procedura sulla paziente italiana, è stato avviato nel 2013 e a oggi sono stati eseguiti 9 interventi che hanno portato alla nascita di 8 bambini e a una gravidanza in corso.

A livello mondiale sono stati eseguiti 40 tentativi di trapianto che hanno portato a 12 nascite, compresa quella odierna. Quella di oggi, invece, rappresenta il primo, e finora l’unico, caso al mondo di trapianto di utero tra gemelle omozigoti che, avendo identico patrimonio genetico, rende non necessaria la terapia immunosoppressiva, indispensabile in tutti gli altri casi di trapianto.

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