“Non mi stupirei se tra 15 anni tutti i 50enni si vaccinassero contro il cancro della prostata se uomini, e contro il cancro del seno se donne, per allontanare l’insorgenza del tumore di 10-20 anni o addirittura del tutto. La tecnologia per la messa a punto di vaccini è letteralmente in ‘esplosione’ e ci sono studi molto promettenti in questo campo. Fra 5 anni vedremo i risultati, ma fra 15 anni si potrebbero aprire orizzonti che nemmeno immaginiamo”. Ad affermarlo Rino Rappuoli, fra i maggiori esperti mondiali di vaccini e Chief Scientist &Head of External RD di Gsk Vaccines, oggi a Roma nel corso di un incontro nella sede di Farmindustria.
Per i vaccini preventivi contro i tumori “siamo ancora in fase di studi preclinici – spiega Rappuoli – ma i risultati sono promettenti, soprattutto dopo che abbiamo individuato i cosiddetti ‘checkpoint immunitari’, che erano dei veri e propri ‘freni a mano’ del sistema immunitario nella risposta al cancro. Oggi, grazie ai nuovi formidabili farmaci oncologici, abbiamo capito che si può lavorare su questi ‘freni’, aprendo la strada alla ricerca anche sui vaccini antitumorali”.
Così come la ricerca “sugli anticorpi monoclonali contro l’Alzheimer, alcuni dei quali si sono rivelati inefficaci, mentre altri si trovano in studio clinico, ci hanno fatto comprendere che sarà possibile anche percorrere la strada della vaccinazione, inducendo proprio anticorpi”.