Aumentano i ‘no‘ alle vaccinazioni infantili dovute a motivi non medici in alcune aree degli Stati Uniti, e con essi il rischio di epidemie prevenibili, sostengono Peter Hotez, Melissa Nolan, Jackie Nolan e Ashish Damania, esperti della National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine e del Texas Children’s Hospital Center for Vaccine Development, in un articolo su ‘Plos Medicine‘.
Diciotto Stati americani attualmente autorizzano le ‘esenzioni non mediche’ dalle immunizzazioni, in base a “convinzioni filosofiche“. Un via libera che viene sfruttato sempre di più, emerge dall’indagine, dai genitori ‘no vax‘. Il team ha infatti analizzato i numeri ufficiali di questi Stati e ha rilevato, in 12 di essi, un aumento dal 2009 del numero di bambini che si iscrivono all’asilo con un’esenzione non medica dalle vaccinazioni. Sono state identificate diverse aree metropolitane in tutto il Paese che si distinguono come “punti focali” del fenomeno, comprese le principali nel nord-ovest del Pacifico, in Texas, Utah e Arizona, nonché nelle contee meno popolate e rurali dell’Idaho.
In un’ulteriore analisi, gli autori hanno verificato che percentuali più elevate di esenzioni non mediche nei singoli Stati sono associate a tassi più bassi di copertura vaccinale contro morbillo, parotite e rosolia. Preoccupati, Hotez e colleghi sottolineano la necessità di una quasi completa copertura vaccinale – dal 90% al 95% – per proteggere i bambini da malattie altamente infettive, come l’epidemia di morbillo del 2014-15 ad Anaheim, in California, associata a un abbassamento proprio della copertura vaccinale, che ha portato a un divieto di esenzioni non mediche nello Stato del sole.
“Un’azione legislativa più rigorosa contro questi ‘no’ alle vaccinazioni dovrebbe diventare una priorità – affermano gli autori – La nostra preoccupazione è che le crescenti esenzioni non mediche, legate al movimento ‘no vax’ negli Stati Uniti, stimolino altri Paesi a seguire un percorso simile“.