La NASA ha appena annunciato una strabiliante scoperta scientifica effettuata su Marte durante la missione Curiosity: il rover sul pianeta rosso ha rilevato molecole organiche e variazioni cicliche di metano nell’atmosfera. Sulla base di questi risultati, pubblicati integralmente su Science, è possibile ipotizzare che il pianeta rosso abbia avuto in passato requisiti per ospitare la vita e probabilmente può accoglierla ancora oggi.
Le molecole organiche sono state scoperte da Curiosity nel cratere Gale, che il rover-laboratorio sta esplorando dal 6 agosto 2012: “si sono conservate nell’argillite di origine lacustre alla base della formazione Murray, antica 3,5 miliardi di anni“, scrive su Science il gruppo coordinato da Jennifer Eigenbrode, del Centro Goddard della Nasa.
L’incredibile laboratorio miniaturizzato del rover Curiosity, il Sam (Sample Analysis at Mars), ha escluso ogni dubbio su un’eventuale contaminazione, ma non e’ riuscito a chiarire l’origine: potrebbe la testimonianza di una vita passata, o cibo di forme di vita esistenti, o qualcosa di indipendente dalla vita. Quello che e’ certo e’ che se la materia organica e’ stata trovata vicino alla superficie di un ambiente ostile come quello marziano, aumentano moltissimo le probabilita’ di trovarla nel sottosuolo: una speranza enorme per la missione ExoMars 2020 di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Russia, che perforera’ il suolo marziano fino a due metri di profondita’.
Si pensava che la scoperta di eventuali variazioni stagionali avrebbe potuto essere la spia di una sorgente ancora attiva sul pianeta rosso. La risposta e’ arrivata adesso, ancora da Curiosity: le variazioni stagionali nel livello del metano sono state viste e, scrivono i ricercatori, “sono consistenti con piccole sorgenti di metano localizzate sulla superficie o nel sottosuolo”. Per saperne di piu’ bisognera’ indagare: l’origine non e’ ancora nota e la presenza di forme di vita e’ solo una delle ipotesi, anche se sempre piu’ fondata.
Marte, l’esperto: “adesso il pianeta ha tutti i requisiti necessari per la vita”
Adesso Marte ha tutti i requisiti per la vita: cosi’ l’astrobiologa Daniela Billi, dell’Universita’ di Roma Tor Vergata ha commentato la scoperta, pubblicata su Science, di molecole organiche e quella di cicli periodici di metano sul pianeta rosso. “Aver trovato molecole organiche significa che Marte e’ piu’ abitabile: queste – ha osservato – sono fra tre requisiti della vita, insieme alla presenza di acqua nel passato del pianeta e alla presenza di una fonte di energia, come quella solare”. Quello che secondo l’astrobiologa e’ particolarmente interessante e’ la somiglianza delle molecole organiche trovare su Marte dal robot-laboratorio Curiosity della Nasa con quelli che sulla Terra popolano deserti che ricordano da vicino l’ambiente marziano. “I composti trovati su Marte, nelle rocce di Confidence Hill, sono compatibili con le stesse analisi condotte nelle rocce rossastre e ossidate del deserto californiano del Mojave”. I nuovi dati, ha aggiunto sono “compatibili con composti organici di origine biologia, geologica e meteoritica”. Vale a dire che non ci sono ancora elementi per dire se abbiano avuto origine sulla Terra per l’azione di organismi viventi, o se siano di origine chimica o ancora se siano molecole organiche nate nello spazio e portate su Marte da meteoriti. “E’ interessante anche il fatto che le molecole organiche siano state trovare molto vicino alla superficie marziana, in condizioni ostili per la vita: questo – ha aggiunto Billi – fa sperare che la missione europea ExoMars, che andra’ a prelevare campioni a due metri di profondita’, possa avere la possibilita’ concreta di trovare molecole piu’ complesse di origine biologica”. Incoraggiante, infine, anche la scoperta relativa alla presenza ciclica del metano: anche in questo caso “l’origine e’ tutta da definire”.
Marte, l’esperto: “molecole necessarie per l’energia delle cellule”
Quelle scoperte su Marte dal rover Curiosity della Nasa sono le prime tracce, sul pianeta rosso, di molecole dalle quali puo’ nascere l’apparato per la produzione di energia delle cellule. Lo ha detto all’ANSA il chimico organico Raffaele Saladino, dell’universita’ della Tuscia. Composti simili, ha aggiunto, sono stati individuati anche nei meteoriti e la loro scoperta su Marte indica “che avvengono processi chimici anche su un pianeta dove la vita non c’e’ piu’ o non c’e’ mai stata”. Queste molecole, ha proseguito l’esperto, “sono nate da processi chimici e non sono le tracce di vita esistita, cioe’ non sono sostanze che possano testimoniare la presenza di vita passata in quanto non hanno alcuna diretta relazione con gli ingredienti dell’apparato genetico”, ossia con il Dna e del suo braccio destro, l’Rna e neanche con i mattoni delle proteine, cioe’ gli amminoacidi. Tuttavia, ha aggiunto Saladino, composti di questo tipo “sono stati indicati come precursori del metabolismo della cellula, cioe’ dell’apparato che produce energia”. Incuriosisce il fatto, ha concluso, “che i composti scoperti siano tutti solforati, ma probabilmente questo e’ dovuto all’ambiente in cui si sono formati, che evidentemente era ricco di zolfo, e per questo lo hanno incluso nella loro struttura”.