Secondo l’Istituto di sismologia, vulcanologia, meteorologia e idrologia (Insivumeh), la fase eruttiva del vulcano de Fuego è stata la più forte da quando si è riattivato nel 1999. Da quel momento ad oggi sono state 62 le fasi eruttive.
La maggior parte delle eruzioni del vulcano di questo periodo sono state catalogate con un livello 1 e 2, secondo l’indice di esplosività, mentre la più forte registrata nello stesso periodo era di livello 3. Sulla base di questi dati storici, quelli relativi all’eruzione di domenica 4 giugno forniscono, almeno su base teorica, una minima idea della portata devastante dell’evento.
Questa eruzione, infatti, è stata catalogata di livello 4 ed è stata 10 volte più violenta di quelle registrate negli ultimi 20 anni. Questo tipo di eruzione arriva ad espellere materiale vulcanico fino ad un’altezza compresa tra i 3 e i 15 km. 14 sono invece i chilometri che i lahar, cioè i flussi di sedimenti, materiale vulcanico e vegetale e acqua che si muovono lungo le pendici del vulcano, hanno percorso dal cratere fino alla comunità di El Rodeo, una delle più distrutte insieme a San Miguel Los Lotes.
Nelle due ore circa di durata della fase eruttiva, 30 milioni di metri cubi di materiale vulcanico sono stati espulsi dal cratere. Serviranno un milione e 428 mila camion autoribaltabili per trasportare il materiale emesso dal gigante vulcanico.