Le autorità malesi hanno pubblicato un rapporto relativo al Boeing MH370 Malaysia Airlines scomparso con 239 persone a bordo l’8 marzo 2014: nel corso di una conferenza stampa il responsabile dell’inchiesta ha dichiarato che l’aereo ha cambiato rotta manualmente, ma non si conoscono i motivi.
E’ probabile che il volo, che era decollato da Kuala Lumpur ed era diretto a Pechino, dopo aver cambiato rotta, si sia schiantato in un qualche punto dell’Oceano Indiano meridionale.
Dopo tanta attesa, sia a livello internazionale che da parte dei familiari dei passeggeri, il report non ha fornito nuovi elementi utili per comprendere cosa sia accaduto: dopo quattro anni non si risolve il mistero della sparizione dai radar del velivolo che viaggiava da Kuala Lumpur a Pechino. Molte le ipotesi formulate nel corso degli anni, dall’incidente al dirottamento o attentato terroristico: gli investigatori hanno affermato che non si possono escludere “interferenze illecite da parte di terzi“.
La ricerca guidata dall’Australia, la più grande nella storia dell’aviazione, è stata sospesa a gennaio dello scorso anno. L’azienda di esplorazione statunitense Ocean Infinity ha ripreso la caccia all’inizio dell’anno utilizzando droni high-tech per perlustrare il fondo marino, ma anche questo tentativo è stato interrotto.
In tutto sono stati trovati solo tre frammenti confermati del volo MH370, tutti sulle coste dell’Oceano Indiano occidentale, tra cui una parte alare di due metri.