Domenica 8 luglio alle 15 decine di migliaia di persone in tutta Europa si tufferanno contemporaneamente nei torrenti, fiumi, laghi europei in un gesto collettivo e simbolico in difesa dei corsi d’acqua, sempre più a rischio e fondamentali per la nostra salute, benessere e qualità della vita.
È il ‘Big jump’, un evento che si ripete ogni anno dal 2002, da quando il suo inventore, Roberto Epple, presidente dell’European Rivers Network, volle creare un’occasione popolare e insolita affinchè i cittadini europei potessero condividere il legame con questi luoghi affascinanti e tuttora minacciati. Dall’anno della sua creazione il ‘tuffo collettivo’ Big Jump ha coinvolto oltre 200.000 persone in oltre 2.000 eventi svoltisi in 34 paesi europei e per il 2018 gli organizzatori vogliono battere il record di partecipazione.
Quest’anno è stato scelto dal Wwf (tra i sostenitori ufficiali dell’iniziativa europea), come primo evento della sua nuova Campagna ‘Living rivers’ a difesa dei corsi d’acqua europei: il richiamo è rivolto ai governi affinchè proteggano seriamente i corsi d’acqua anche con un’implementazione efficace della legge che ‘governa’ al livello europeo questi ambienti, la Water Framework Directive.
Saranno 36 gli eventi organizzati dal Wwf in 11 paesi europei. Non solo tuffi: dalla Spagna alla Polonia il Big Jump prevede anche altri tipi di manifestazioni collettive come passeggiate lungo i corsi d’acqua, traversate in canoa, gare di nuoto e tutte con lo stesso messaggio di richiesta di salvaguardia.
Per il WWF in Italia hanno voluto aderire con un tuffo simbolico una decina di atleti della Federazione Nazionale Nuoto che faranno il loro ‘grande tuffo’ nell’Adige in occasione del Fina Diving Gran Prix, il prestigioso evento sportivo che riunisce tuffatori di tutto il mondo per competere in diverse discipline che si svolgerà da domani a Bolzano.
Questo il messaggio lanciato da 3 campioni italiani tra cui Giovanni Tocci, Elena Bertocchi e la medagliata olimpica mondiale europea Tania Cagnotto: “L’acqua è il nostro elemento naturale grazia al quale possiamo esprimere il nostro talento e la nostra energia. Ma spesso ci dimentichiamo che si tratta di un bene che la natura ci offre gratuitamente se manteniamo integra la naturalità di fiumi, laghi, ruscelli. Aderiamo con entusiasmo al Big Jump organizzato in tutta Europa anche dal Wwf per unire il nostro messaggio a quello di decine di migliaia di persone: salviamo i nostri fiumi: la nostra vita dipende da loro”.
FIUMI A RISCHIO
I fiumi di tutta Europa sono ancora vittime di captazioni eccessive di acqua, distruzione degli argini specie nelle aree di espansione naturale dei corsi d’acqua, o ancora peggio, sbarramenti artificiali che impediscono il naturale corso del fiume. Appena il 40% delle acque di superficie europee è in buono stato di salute mentre secondo il Living Planet report del WWF la percentuale di specie legate ai fiumi nel mondo è crollata del 81% dal 1970: per questo gli stati membri devono sforzarsi per proteggere le ‘vene blu del pianeta’ e riportarle al loro stato naturale.
Per salvare i nostri fiumi il Wwf Italia sottopone 4 richieste al governo e in particolare al nuovo Ministro per l’Ambiente Sergio Costa, affinchè si compia un vero e proprio “salto di qualità” nella gestione delle acque. Per rendere effettive tali richieste è innanzitutto indispensabile uno stanziamento di risorse economiche per la difesa del suolo, la mitigazione rischio idrogeologico e il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua, superando l’esperienza della Struttura di Missione “Italia Sicura” e garantendo la piena funzionalità delle Autorità di distretto.
LE RICHIESTE DEL WWF IN ITALIA
Applicare correttamente e in modo integrato le direttive europee, con particolar riguardo alla Direttiva Quadro “Acque” (2000/60/CE), la direttiva reflui urbani, 91/271/CEE, “Alluvioni” (2007/60/CE), “Energie rinnovabili”(2009/28/CE) e “Habitat” (43/92/CEE) e “Uccelli” (2009/147/CE); Mantenere le autorità di distretto (istituite nel 2016) come l’unico soggetto di coordinamento degli interventi per il dissesto idrogeologico, la difesa e messa in sicurezza del suolo e la qualità delle acque a livello di bacino idrografico, come previsto dalla Direttiva quadro.
Avviare una diffusa rinaturazione fluviale, con particolar riferimento alla tutela e al ripristino delle foreste ripariali, grazie all’obbligo imposto alle Regioni (L. 133/2014), non ancora pienamente rispettato, di impiegare il 20% di finanziamenti della difesa del suolo per interventi integrati per il miglioramento dello stato ecologico dei corsi d’acqua e la tutela degli ecosistemi e della biodiversità, promuovendo ‘infrastrutture verdi’, come previsto dalla risoluzioni della Commissione europea (2013/249); Garantire la manutenzione del territorio per tutelare la funzionalità dell’ecosistema e mantenere un adeguato equilibrio territoriale ambientale.
Nonostante le condanne (vedi la recente maxi multa inflitta all’Italia sulla gestione delle acque reflue di 25 milioni di euro oltre ad altri 30 milioni ogni semestre per il ritardo nell’adeguamento alla normativa) e le procedure EU pilot avviate nei confronti del nostro Paese per aver applicato in maniera inadeguata la Direttiva Quadro Acque, secondo il WWF ci sono ancora le condizioni per impostare una gestione corretta e una tutela efficace delle nostre acque, anche come politica di adattamento ai cambiamenti climatici.
I SERVIZI NATURALI ‘GRATUITI’ DEI FIUMI E CORSI D’ACQUA
Fiumi e torrenti, acquitrini e laghi in buono stato di salute sono in grado di fornire ‘servizi naturali’ essenziali per il nostro benessere: acqua potabile, attività ricreative, tutela di specie animali e vegetali, mitigazione e adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici in atto, supporto ad attività economiche che utilizzano la risorsa idrica.