Le pesanti alluvioni prodotte dal cedimento di una diga idroelettrica in Laos hanno lasciato diverse vittime e centinaia di dispersi. Le operazioni di soccorso sono attive mentre sono state lanciate richieste di aiuto per indumenti, cibo, acqua potabile, medicine e denaro. L’agenzia di stampa ufficiale del Laos, KPL, afferma che la diga nella provincia sudorientale di Attapeu ha ceduto nella notte di ieri, rilasciando 5 miliardi di metri cubi di acqua che hanno spazzato via le case, inondato villaggi e lasciato oltre 6.600 sfollati. Circa 10.000 persone vivono nell’area colpita, la maggior parte delle quali appartiene a minoranze etniche.
Due le vittime confermate oggi a causa delle alluvioni che hanno colpito 8 villaggi. Il governo ha dichiarato l’area allagata una zona di emergenza. KPL parla di “diverse vite umane” spezzate e di “centinaia di persone disperse”, senza fornire ulteriori dettagli. Foto e video dai social network mostrano le persone sedute sui tetti della case per sfuggire alle acque e altri salvati attraverso delle imbarcazioni. Anche degli elicotteri sono impegnati nelle operazioni di salvataggio. Considerati l’arretrata area rurale, lo stato delle infrastrutture e delle risorse per i soccorritori, il rischio che il bilancio della strage diventi drammatico è molto alto.
La diga era costruita da una joint venture guidata da aziende sudcoreane con partner thailandesi e laotiani ed era ancora in costruzione. KPL descrive la porzione crollata come una diga ausiliaria utilizzata per bloccare l’acqua oltre quella bloccata dalla diga principale. L’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap News ha citato un’autorità non identificata di uno dei due partner che lavoravano alla diga di 770 metri e 16 metri di altezza, riportando che la pioggia è stata il triplo della quantità normale e che una delle 5 dighe ausiliarie era stata superata. Molte aree del Laos di recente sono state colpite da alluvioni dopo intense piogge stagionali.
Il Laos è uno dei Paesi più poveri dell’Asia. È passato dal comunismo ad un’economia di mercato ma rimane uno stato monopartitico dove le libertà sono limitate. L’elettricità di diverse dighe idroelettriche fornisce gran parte degli introiti da esportazione. Solo il 10% dell’energia generata viene utilizzato localmente, con il 90% esportato in Thailandia. La diga crollata, il cui progetto ha un costo stimato di 1,2 miliardi di dollari, avrebbe dovuto deviare i fiumi Houay Makchanh, Xe-Namnoy e Xe-Pian in riserve che alimentano un impianto da 410 megawatt che dovrebbe essere pienamente operativo all’inizio del 2019. Il Laos dovrebbe ricevere dalla diga introiti stimati in 33 miliardi di dollari all’anno.
Per il Laos, il disastro rappresenta l’incidente più grave nel suo progetto di diventare “la batteria del Sud-est asiatico” grazie allo sfruttamento del potenziale idroelettrico del Mekong e dei suoi affluenti. Una quarantina di dighe sono già operative, ma 53 sono in fase di costruzione o progettazione. Non essendo ancora chiaro cosa ci sia dietro questo cedimento, i timori per la sicurezza degli altri impianti in costruzione non potranno che aumentare.