Il virus Zika, che ha messo in allarme atleti e spettatori delle Olimpiadi del 2016 in Brasile minacciando soprattutto le donne incinte, a rischio di dare alla luce bimbi con microcefalia, potrebbe rappresentare un rischio molto più grande per la gravidanza rispetto a quanto riportato in precedenza.
I ricercatori di 6 centri nazionali di studio sui primati, capeggiati dalla University of Wisconsin-Madison, hanno infatti combinato i risultati dei loro studi arrivando a scoprire che ben il 26% delle gravidanze in 50 scimmie infettate dal virus Zika durante il primo trimestre di gravidanza si è concluso con un aborto spontaneo o con feti nati morti. Facendo in questo modo ‘impallidire’ i dati precedenti che parlavano di un tasso di solo l’8% riscontrato in uno studio su donne che hanno contratto il virus all’inizio della gestazione.
In più, altre tre piccole scimmie nel nuovo studio sono morte subito dopo la nascita. I risultati degli studi sui primati sono stati pubblicati oggi sulla rivista ‘Nature Medicine’ e Dawn Dudley, autore principale del nuovo lavoro, spiega che il tasso di aborto spontaneo e di nati morti nella specie umana dovrebbe essere inferiore al 26%, ma comunque molto più alto di quanto abbiano dimostrato finora gli studi sull’uomo.