Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime della legionella a Bresso. Un’altra donna, età 84 anni, ricoverata all’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo, è morta nella notte. E sale a quota 3 il numero dei pazienti deceduti per il batterio che sta facendo registrare un picco di contagi nel comune alle porte di Milano. Nei giorni scorsi, infatti, erano morti prima un uomo e poi una donna, entrambi di 94 anni.
C’e’ preoccupazione tra le persone piu’ anziane, incrociate all’ingresso dell’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo (Milano), dove si e’ verificata questa notte la terza vittima per legionella. Lino Mazzola e Eden Stocchi, entrambi di 94 anni, sono deceduti tra domenica e martedi’, mentre questa notte e’ morta una donna di 84 anni. “Sappiamo che c’e’ questa emergenza, abbiamo visto una comunicazione affissa dal Comune a Bresso e siamo preoccupati e non sappiamo bene cosa fare”. Sulla dinamica dei decessi, la direzione sanitaria del Bassini non ha finora rilasciato commenti.
“Oltre l’80% delle persone che hanno contratto la Legionella, al momento sono 18 i casi, hanno superato bene la fase acuta: purtroppo alcuni anziani in condizioni critiche e fortemente debilitati non ce l’hanno fatta. Stiamo lavorando e occupandoci al meglio per assistere tutti i malati”: lo ha detto all’ANSA, l’assessore lombardo al welfare Giulio Gallera. “Il batterio non ha un’aggressivita’ forte – ha sottolineato Gallera – bisogna pero’ rispettare le regole su cui abbiamo insistito: non si trasmette bevendo acqua o da persona a persona, ma bisogna stare attenti alle nebulizzazioni”
Sono gia’ stati fatti 13 prelievi nell’acquedotto e non e’ stata trovata traccia del batterio della Legionella: e’ quanto assicura il Gruppo Cap che gestisce la rete idrica di tutti i Comuni della Citta’ Metropolitana di Milano, compreso Bresso. Le analisi sono state condotte nei giorni scorsi e tutti i campioni esaminati sono stati presi nella zona dove abitano le persone che si sono ammalate. Dal Gruppo Cap spiegano inoltre che sono in corso altri prelievi i cui risultati saranno disponibili a breve e che non ci sono stati lavori sull’acquedotto di nessun tipo. In costante contatto con l’amministrazione comunale di Bresso, i tecnici del Gruppo Cap ricordano che l’acqua si puo’ bere tranquillamente.
Legionella, l’Italia è il Paese con il maggior numero di casi: colpa anche dei cambiamenti climatici
L’Italia e’ il paese europeo in cui si ha il maggior numero di casi di infezioni da Legionella pneumophila, il batterio che ha ucciso una terza persona in pochi giorni nel milanese. Secondo l’ultima edizione del rapporto annuale del centro Europeo per il Controllo delle malattie (Ecdc) che si riferisce al 2015, nel nostro paese ci sono stati 1535 casi confermati su oltre 7mila, un numero in costante ascesa sia da noi che in tutto il continente. Quattro paesi, Germania, Francia, Italia e Spagna hanno circa il 70% dei casi europei, riporta il documento. Proprio la Francia e’ seconda ‘in classifica’ nel 2015 con 1350 casi. Il tasso di mortalita’ registrato nel continente e’ dell’8%, e ad essere colpiti sono in prevalenza maschi sopra i 65 anni. Tra il 2011, anno di inizio della sorveglianza, e il 2015 i casi sono in costante ascesa in tutto il continente, segnala l’Ecdc. “Questo trend e’ probabilmente dovuto a diversi fattori – si legge nel report – fra cui una migliore sorveglianza, l’invecchiamento della popolazione, l’aumento dei viaggi e i cambiamenti climatici. Questi ultimi dovrebbero portare ad un aumento delle forti piogge e a temperature piu’ alte, condizioni meteorologiche associate ad una incidenza piu’ alta sia per effetto diretto nel ciclo di vita del batterio che per l’uso maggiore di potenziali fonti di contagio come i condizionatori con torri di raffreddamento”. Per ridurre i potenziali contagi, sottolineano gli esperti dell’Ecdc, servono regolari controlli per la presenza del batterio e misure di riduzione del rischio nei sistemi idraulici nei luoghi dove ci sono turisti, negli ospedali o in posti dove c’e’ una forte presenza della popolazione a rischio piu’ alto. Il batterio, sottolinea il sito dell’Oms, colpisce infatti soprattutto i maschi oltre i 50 anni, e altri fattori di rischio sono fumo, alcolismo, malattie polmonari preesistenti, compromissione del sistema immunitario e patologie croniche respiratorie o renali.