Meteo, il bel tempo in Europa significa una triste estate per l’Islanda: 13,2°C e solo 70 ore di sole in tutto il mese di giugno

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Questa estate finora è stata così grigia e umida a Reykjavik, capitale dell’Islanda, che i meteorologi devono ritornare al 1914 per trovare dati di un maggio e giugno peggiori di quelli appena trascorsi. In altre parti d’Europa, soprattutto nel Regno Unito e nella Scandinavia, si prevede che l’ondata di calore continui anche nel mese di luglio.

Il forte contrasto non è una coincidenza. L’alta pressione sopra l’Europa occidentale altera la corrente a getto e spinge le nuvole e la pioggia sulle parti settentrionali del continente, causando brutto tempo in questo stato insulare dell’Atlantico settentrionale.

Per tutta la durata di giugno, mese del famoso fenomeno del sole a mezzanotte in Islanda, i raggi solari hanno toccato Reykjavik per un totale di 70 ore. Le temperature hanno raggiunto i 13,2°C nel giorno più caldo. A maggio ha piovuto ogni singolo giorno.

L’arrivo in ritardo dell’estate ha scatenato un’ossessione verso le previsioni meteo e, di conseguenza, una costante delusione per gli abitanti della capitale più settentrionale del pianeta. Le previsioni di 11 ore di cielo sereno avevano creato grande entusiasmo, con molte persone a postare sui social media le idee per sfruttare al meglio il giorno più soleggiato in diverse settimane. Puntualmente le previsioni sono cambiate e ora si prevede che il sole faccia ancora spazio alle nuvole. Molti hanno ha già perso le speranze.

Un agente di viaggio ha riferito ai media locali che le prenotazioni di vacanze al mare last minute stanno arrivando senza alcuna campagna di marketing. Le lampade abbronzanti stanno vivendo un piccolo boom, mentre venditori di gelati, imbianchini e il personale delle piscine all’aperto stanno lottando con la scarsa domanda per i loro servizi.

L’estate è la principale stagione turistica dell’Islanda e molti viaggiatori dormono in tenda durante i loro soggiorni. Alcuni campeggi cominciano a registrare meno ospiti rispetto agli anni precedenti, ma ci sono stati tempi peggiori.

Nel giugno del 1914, quando l’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria ha spinto il mondo alla I Guerra Mondiale, l’Europa viveva un’ondata di calore, mentre Reykjavik riceveva piogge apocalittiche. All’epoca Reykjavik era una piccola città di 15.000 persone con una rete fognaria poco sviluppata e per la maggior parte strade sterrate.

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