Oggi, 6 luglio 2018, la Terra raggiunge l’afelio, il punto dell’orbita terrestre più lontano dal Sole: l’afelio sarà toccato precisamente alle alle 18:47 ora italiana e in quel momento la Terra si troverà a 152.095.566 km dal Sole.
Il punto in cui la Terra è più vicina al Sole è chiamato invece perielio, e quest’anno è stato raggiunto il 3 gennaio 2018 alle 06:34 ora italiana (147.097.233 km).
La presenza di un massimo e un minimo di distanza della Terra dal Sole è dovuto al fatto che l’orbita terrestre è ellittica: il percorso che la Terra compie intorno al Sole ha la forma di un ellisse, in cui uno dei due fuochi è occupato dal Sole.
Il fatto che l’afelio venga toccato ai primi di luglio può stupire, dato che luglio è il mese centrale dell’estate nei paesi dell’emisfero settentrionale, quindi caratterizzato da alte temperature: in realtà, a differenza di quanto comunemente si pensa, la distanza della Terra dal Sole non influisce sulla temperatura e sulle stagioni, ciò che influisce è l’inclinazione della Terra rispetto ai raggi solari.
Quando siamo all’afelio il Sole appare più piccolo nel cielo dell’1,7% e il calore in arrivo sulla Terra è il 3,5% inferiore rispetto alla media annuale. Un fenomeno che non ha alcuna incidenza su temperature o fenomeni meteorologici.
Oggi, paradossalmente, la luce proveniente dal Sole sarà inferiore del 7% rispetto al perielio, quando nell’emisfero boreale siamo in pieno inverno. Durante la stagione estiva il polo nord è inclinato verso il Sole, e le giornate sono lunghe e tipicamente più miti. Inoltre, pochi sono a conoscenza del fatto che quando la Terra si trova all’afelio la temperatura media globale del nostro pianeta è di circa 2.3°C superiore rispetto al perielio: la Terra quindi è globalmente più calda quando si trova alla maggior distanza dalla nostra stella. Ciò accade in quanto i continenti e gli oceani non sono distribuiti in modo uniforme in tutto il mondo. Durante il mese di luglio la metà settentrionale del territorio più affollato della Terra è inclinato, come detto, verso il Sole, per cui le aree continentali tendono a scaldarsi più velocemente della massa oceanica presente a sud del mondo. Un evento che in fisica prende il nome di bassa capacità termica. Un esempio ci è fornito dal deserto, capace di forti escursioni termiche giornaliere. A minime vicine allo zero, al sorgere del Sole alcune aree caratterizzate da rocce e terreno con bassa capacità termica, possono schizzare improvvisamente a valori vicini ai 40°C. L’acqua, al contrario, presenta un’elevata capacità termica, per cui le escursioni termiche giornaliere o annuali sono molto poco accentuate. Un’altra differenza tra le estati nei due emisferi è la loro durata: secondo la seconda legge di Keplero, i pianeti si muovono più lentamente all’afelio di quanto non facciano al perielio. Come risultato, l’estate boreale sulla Terra è più duratura rispetto all’estate australe.
Un ritardo di quasi tre giorni rispetto allo scorso anno
Lo scorso anno l’afelio è stato raggiunto lunedì 3 luglio alle 22:11: come mai questo ritardo? MediaINAF, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica, lo ha chiesto a SandroBardelli, astronomo all’Osservatorio di astrofisica e scienza dello spazio dell’Inaf di Bologna: “I moti della Terra sono particolarmente complicati. Abbiamo lo spostamento dell’ellisse dell’orbita terrestre, che è circa un giorno ogni 58 anni, dovuto all’influsso dei pianeti maggiori, come Giove e Saturno; poi abbiamo la precessione dell’asse terrestre, e questo è dovuto all’influenza della Luna. In più dobbiamo pensare che il sistema Terra-Luna fa un balletto, ruota, intorno a un centro, che viene chiamato centro di massa. L’effetto netto è che la Terra in realtà non ha un’orbita che è bella lineare, ma è a forma di sinusoide, a forma di serpente. Queste fluttuazioni composte fanno sì che ci siano degli spostamenti della data dell’afelio“.
Dunque la distanza dal Sole non causa le stagioni, sebbene ne influenzi la durata. Del resto, durante l’anno la distanza tra la Terra e il Sole nell’orbita poco eccentrica, quasi circolare del nostro pianeta, varia solo del tre per cento, cioè di circa 5 milioni di chilometri su una distanza media di circa 150 milioni di chilometri. A causare le stagioni è invece l’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre, che durante l’afelio avvicina di più alla nostra stella l’emisfero boreale rispetto a quello australe, dove, infatti, ora è inverno.