Il Parmigiano è dannoso? L’esperto fa chiarezza

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“Non esistono alimenti perfetti, per il semplice motivo che sulle nostre tavole non finisce un solo alimento, bensì una pluralità di cibi, destinati a compensare fra loro eccessi e carenze di nutrienti. L’idea dell’Oms di voler ridurre l’incidenza di malattie legate all’alimentazione, come, il diabete, l’ictus, l’infarto o l’ipertensione è una cosa positiva che però rischia di dare origine a uno schema impazzito, dove un formaggio come il Parmigiano reggiano rischia di venir marchiato d’infamia, perché ricco di sale, di grassi saturi e di colesterolo”.

Lo sottolinea il professor Filippo Rossi, ricercatore della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali, Università Cattolica del Sacro Cuore, commentando la decisione dell’Oms e dell’Onu di dichiarare guerra a diabete, cancro e malattie cardiovascolari, riducendo di un terzo i decessi causati da queste malattie entro il 2030. Tra i comportamenti sotto accusa ci sono anche quelli alimentari e nel mirino rischiano di finire anche molti prodotti italiani.

Ora – continua il professore – è vero che il 2% del Parmigiano reggiano e’ sale da cucina, ma va ricordato che per raggiungere la dose massima ammissibile, bisogna mangiarne circa 320 grammi. Cosa che manco il Topo Gigio dei giorni migliori riuscirebbe a fare. In compenso 100 grammi di Parmigiano reggiano, coprono integralmente il fabbisogno in calcio di una persona adulta, riducendo drasticamente il rischio di osteoporosi e di fratture invalidanti per le persone anziane. Invalidanti per loro, impegnative per i loro famigliari e costose per lo Stato. E basta un pollice (30 grammi) di formaggio per abbassare significativamente la pressione arteriosa e il rischio di quell’ictus che sta a cuore all’Oms. A prescindere da quel che se ne mangi, il Parmigiano reggiano, è – conclude – delle migliori fonti proteiche. Non è l’alimento perfetto, ma è sicuramente utile alla nostra salute”.

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